Patenti facili, in appello confermate le condanne di primo grado
Sono state confermate in appello le 31 condanne inflitte in primo grado nei confronti di funzionari della motorizzazione accusati di intascare mazzette dai titolari delle scuole guida per oliare il meccanismo di rilascio delle patenti.
La pena più alta per il partinicese Antonino Nobile, ritenuto il regista del sistema, condannato a 8 anni e nove mesi. Pene più leggere e sospese per gli altri 31 imputati, che oscillano tra i due anni e 8 mesi e i tre mesi, per un totale di quasi mezzo secolo di carcere.
A quasi tutti, infatti erano state concesse delle attenuanti e anche delle assoluzioni parziali che avevano fatto cadere alcuni presunti episodi di corruzione.
Confermata dai giudici anche l’unica assoluzione, quella del monteleprino Salvatore Terranova.
L’inchiesta “Easy driver” condotta dal pm Amelia Luise era scattata nel 2011 con l’arresto di 51 persone, il cui processo venne poi diviso in diversi tronconi tra patteggiamento e rito abbreviato.
Quello che si è concluso ieri pomeriggio, nella seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo si è svolto con il rito ordinario.
Le indagini avevano fatto emergere un sistema di mazzette attestate intorno a cento euro a pratica che sarebbero arrivate nascoste all’interno di pacchetti di sigarette e lattine, oppure sarebbero stati lasciati in ufficio.
Nobile, pura avendo dapprima parlato di regalini e dicendosi contrario a questo sistema, avrebbe poi ammesso 120 episodi di corruzione che, secondo gli inquirenti, gli avrebbe permesso di intascare migliaia di euro. In primo grado, per lui, anche se l’accusa più grave, quella di associazione a delinquere fosse caduta, la condanna era stata abbastanza pesante. I giudici avevano contestualmente dichiarato estinto il rapporto di lavoro di Antonino Nobile alla motorizzazione, in cui continuava a lavorare nonostante, già nel 2009, fosse finito in manette nell’ambito di un’altra indagine.
Secondo la ricostruzione del sostituto Procuratore Amelia Luise, Antonino Nobile sarebbe stato a capo di un sistema che, avrebbe obbligato autoscuole e agenzie di disbrigo pratiche a pagare piccole tangenti per poter lavorare; particolari, questi, riscontrati anche da intercettazioni telefoniche ed ambientali e video registrati durante le indagini.