Differenziata, lo Stato impugna l’ecotassa regionale: incentivi a rischio

L’ecotassa nelle intenzioni della Regione doveva penalizzare i comuni che fanno poca differenziata, premiando contemporaneamente quelli virtuosi. Ma lo Stato ha impugnato la norma e dunque sono a rischio i vantaggi economici per gli enti locali.
Le motivazioni dell’impugnative non sono ancora note. Negli uffici dell’assessorato all’energia non è ancora chiaro quali articoli della legge siano stati impugnati. A febbraio, su proposta dell’assessore Vania Contrafatto, in finanziaria è stata inserita la norma che penalizza i comuni che alla fine del 2016 non arriveranno o non si avvicineranno al 65% di differenziata: la stragrande maggioranza visto che oggi la percentuale media in Sicilia è del 10%. La penalizzazione consiste nell’aumentare il costo della tassa che i comuni pagano per ogni tonnellata di rifiuti conferiti in discarica. Mentre il prezzo da pagare è più basso per quelle amministrazioni che hanno attivato la differenziata e che smaltiscono la spazzatura in altre piattaforme.
Il rischio adesso è che tutti i comuni, sia quelli virtuosi che non, pagheranno la stessa tassa: 12,36 euro a tonnellata. In assessorato, tuttavia sperano che alcuni articoli siano stati salvati e che almeno gli incentivi siano stati graziati dalla censura del governo Renzi. Le imposte sarebbero state applicate a partire dal 2017 ma basandosi sulle percentuali di quest’anno. Dunque se la Regione non correrà ai ripari, i sindaci non sapranno quanto sarà l’esatto costo del servizio dei rifiuti e dunque la Tari da applicare ai cittadini.

 

 

 

 

 

 

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