Borgetto, il cane dell’imprenditore Billeci sarebbe stato avvelenato su ordine della cosca

Era il 7 settembre 2013, quando ignoti si erano introdotti nell’abitazione dell’imprenditore di Borgetto Francesco Billeci avvelenando il suo cane. Oggi si scopre che dietro l’uccisione del suo fedele compagno, ci sarebbe stata la mano della mafia.

Billeci allora era il presidente dell’associazione antiracket Liber Jato ed era impegnato in un’attività di sensibilizzazione verso i commercianti della zona per invitarli ad denunciare il pizzo. Un’attività probabilmente fastidiosa per i presunti reggenti della cosca locale che avrebbero deciso di colpire l’imprenditore.

Ad ordinare l’intimidazione sarebbe stati i reggenti della locale famiglia mafiosa. Il particolare emerge dalle intercettazioni eseguite nel corso delle indagini dei carabinieri di Partinico che hanno condotto l’operazione Kelevra, sfociata nei giorni scorsi con una decina di arresti a Borgetto.

Qualche anno prima Billeci, ricevette pure una lettera anonima “stati attento cu sta associazione antiracket, ti devi dimettere, te ne devi andare da Borgetto” c’era scritto nella missiva. La mafia in quel periodo era tornata ed essere forte nei territori del partinicese, mettendo in atto danneggiamenti ed estorsioni agli imprenditori locali.

I carabinieri hanno pure scoperto la matrice di un intimidazione contro un pastore al quale sono state bruciate le balle di fieno. Ad un’azienda vitivinicola sarebbero stati chiesti 30.000 euro ma l’estorsione sembrerebbe che non sia andata a buon fine. I soldi incassati da altri imprenditori invece sarebbero serviti per finanziare le famiglie dei detenuti. Nelle intercettazioni registrate, i presunti reggenti parlano pure dei timori per l’arrivo di un nuovo capitano dei carabinieri nella compagnia di Partinico.