Il Comune di Carini verso il crack finanziario
Un buco da 25 milioni di euro potrebbe portare, già nelle prossime ore, il Comune di Carini al crack finanziario.
I dirigenti preposti sono al lavoro per ultimare la relazione tecnico-contabile che potrebbe indurre il sindaco Giovì Monteleone a dichiarare il dissesto finanziario.
Il primo cittadino, non desidera affrontare la situazione con leggerezza. Non conferma affatto le dichiarazioni diffuse al riguardo dal suo consigliere di maggioranza Luca Senapa ma, non esclude nemmeno che ciò possa avvenire a breve.
Nel caso in cui venisse proclamato il dissesto finanziario, sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica ma verrebbero coadiuvati da una commissione espressamente designata dal Ministero degli Interni.
La commissione si occuperebbe del disavanzo pregresso, mentre l’amministrazione gestirebbe il bilancio “risanato”.
La sola ipotesi di commissariamento del Comune si verificherebbe nel caso in cui l’amministrazione non dovesse approvare il bilancio di previsione.
L’eventuale dichiarazione del dissesto di fatto congelerebbe, invece, la scadenza del bilancio stesso, mettendo in moto una procedura del tutto diversa per la definizione e l’approvazione dello strumento finanziario; le conseguenze maggiori del dissesto finanziario si hanno sotto il profilo contabile.
Viene chiesto all’Ente locale di “contribuire” al risanamento attraverso l’adozione di provvedimenti eccezionali. L’Ente dissestato è tenuto ad approvare un nuovo bilancio, basato principalmente sull’elevazione delle proprie entrate al livello massimo consentito dalla legge, vale a dire che tutte le tasse comunali, saranno aumentate il più possibile fino ad arrivare al tetto massimo consentito dalla legge, basato, inoltre, sul contrasto all’evasione e sul contenimento di tutte le spese.
Spese comunali significa innanzitutto personale, la legge prevede che gli impiegati comunali devono essere nella misura di 1 su 93, pertanto da questa procedura potrebbero scaturire esuberi di personale che verrebbe posto in mobilità.
Provvedimenti impopolari, dunque. La dichiarazione di dissesto produce tre ordini di effetti che riguardano: i creditori, la gestione ordinaria dell’ente locale e gli amministratori dello stesso ente.
Le conseguenze sugli amministratori sono limitate a quelli che la Corte dei conti individuerà come i responsabili del dissesto imputando loro i danni per dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti.
Gli amministratori così riconosciuti responsabili non potranno ricoprire, per un periodo di cinque anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali o di rappresentante di tali enti presso istituzioni, organismi ed enti pubblici o privati, quando, valutate le circostanze e le cause che hanno determinato il dissesto, si accerti che questo è diretta conseguenza delle azioni od omissioni per le quali l’amministratore è stato riconosciuto responsabile.
L’interdizione temporanea dai pubblici uffici può essere considerata una sanzione accessoria ed automatica a quella principale della condanna patrimoniale.
Comunque vadano le cose, per l’amministrazione e per la cittadinanza si prospettano tempi tutt’altro che sereni.
La dichiarazione di dissesto finanziario rappresenterebbe senza dubbio un punto di svolta, ma a pagarne il prezzo sarebbe ancora una volta la cittadinanza.