Concessi i domiciliari al cugino del boss Messina Denaro
Da Castelvetrano era andato via il 13 dicembre 2013. E già qualche ora dopo, Lorenzo Cimarosa, il cugino acquisito di Matteo Messina Denaro, parlava con i magistrati di Palermo. Da allora non si è più fermato, anche se ha sempre precisato: “Non sono un pentito”. E, adesso, la prima sezione della corte d’appello di Palermo gli ha concesso gli arresti domiciliari, su di lui pende una condanna a 5 anni e 4 mesi. Cimarosa è ritornato nella tana dell’imprendibile Messina Denaro. Il pool di magistrati coordinato dal procuratore aggiunto Teresa Principato gli aveva prospettato la possibilità di un programma di protezione, con il conseguente trasferimento in una località segreta, ma Cimarosa ha rifiutato. Così come i suoi familiari. Il figlio del dichiarante, Giuseppe, ha anche preso posizione in pubblico per spiegare la scelta: “Non dobbiamo essere noi ad andar via, ma i mafiosi”. E ancora: “Mio padre ha trovato il coraggio di dire basta”.
Lunedì prossimo, Cimarosa è atteso nell’aula della corte d’appello di Palermo dove si sta celebrando il processo al nipote prediletto del superlatitante, Francesco Guttadauro. Le nuove dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa, che è assistito dall’avvocato Monica Genovese, sono state depositate nei giorni scorsi dai sostituti procuratori Paolo Guido e Carlo Marzella al sostituto procuratore generale Mirella Agliastro, ripercorrono altri particolari sulla rete dei favoreggiatori di Castelvetrano.
L’azienda di Cimarosa era una sorta di bancomat per Matteo Messina Denaro. Cimarosa avrebbe offerto nuovi spunti per le indagini di polizia e carabinieri. Proprio ieri, la primula rossa di Castelvetrano ha compiuto 54 anni, da 23 è latitante.
fonte Repubblica.it