Tanica di benzina, testa di maiale e carne insaguinata: intimidazione ai fratelli Misuraca
Imprenditori antiracket nel mirino. Da quindici giorni Pietro e Filippo Misuraca, titolari di un’azienda edile di Giardinello, sono destinatari -secondo quanto scrive il quotidiano La Repubblica -di messaggi sinistri. Per Pasqua, Pietro Misuraca ha trovato dentro alla sua proprietà di Carini una tanica di benzina e una testa di maiale, in un foglio di carta c’era scritto “Buona Pasqua”. Dieci giorni fa il fratello Filippo –racconta ancora La Repubblica-, aveva trovato nella cassetta delle lettere una fetta di carne piena di sangue. I Misuraca vivono sotto protezione da quando sono finiti nel libro nero della mafia perché hanno ammesso di aver pagato il pizzo facendo anche i nomi dei loro aguzzini durante il processo “Nuovo Mandamento”. A novembre scorso in aula i due imprenditori hanno confermato il clima di paura instaurato dal clan locale, per imporre il pagamento della messa a posto. I fratelli Misuraca stavano realizzando un parcheggio a Montelepre. Filippo, ha raccontato la richiesta di pizzo: il tre per cento dell’appalto che ammontava a 700 mila euro. «Sono venuti fino a casa mia per chiedere i soldi –ha detto era l’estate del 2012». L’imprenditore durante la deposizione ha pure raccontanto l’angoscia delle sue figlie per il periodo che stavano attraversando ed aveva ringraziato i carabinieri e l’associazione Addiopizzo «che mi sono stati vicini e mi hanno dato coraggio».