Sambuca di Sicilia è il borgo più bello d’Italia
C’è una Sicilia vincente che piace all’esercito dei televotanti, una Sicilia di charme più forte dei trasporti difficili e dei servizi carenti. E’ la Sicilia che domina il “Borgo dei borghi”, il titolo televisivo di campione d’Italia dei paesi-scrigno che per il terzo anno consecutivo è andato nel’Isola: dopo Gangi e Montalbano Elicona, domenica sera il programma di Rai Tre “Alle falde del Kilimangiaro” ha incoronato Sambuca di Sicilia, paesino dell’Agrigentino di seimila abitanti che ha battuto, anche grazie a un giallo sul “web voting”, l’altro finalista, Cervo ligure, che era dato per favorito ma è stato escluso all’ultimo momento per presunte irregolarità nel voto dei telespettatori che lo sostenevano. Inevitabile lo scorno del sindaco di Cervo, Gian Paolo Giordano, sorpreso dalla comunicazione della Rai quando era già pronta la festa.
Immediato l’effetto traino a Sambuca: c’erano un migliaio di persone, ieri, nei vicoli del quartiere saraceno, venute dal resto dell’Isola e da oltre Stretto per vedere da vicino il “Borgo dei borghi” 2016. Lo stesso copione di di due anni fa a Gangi, quando il paesino madonita fu preso d’assalto nel giorno di Pasquetta , successivo alla vittoria, mentre Montalbano Elicona nel mese e mezzo successivo alla proclamazione ha registrato trentamile presenze di turisti.
Ma perchè la Sicilia che non riesce a sfruttare il suo patrimonio culturale vince coi suoi borghi? Capacità di convogliare i clic del televoto o fascino effettivo che buca lo schermo? “La Sicilia ha un vantaggio – dice il critico d’arte Philippe Daverio, giurato del “Borgo dei borghi” assieme all’attrice Anna Kanakis e allo chef Hiroiko Shoda – La sua geografia è così forte e così feroce che è quasi impossibile assassinarla: le montagne, la dimensione della campagna. A Sambuca, per esempio, c’è ancora un rapporto plausibile tra fabbricato e paesaggio, una cosa importante dato che spesso il villino del geometra uccide i borghi”.
Ma per Daverio c’è un altro motivo per cui i borghi siciliani fanno man bassa di ideali medaglie d’oro quanto i velocisti giamaicani nell’atletica: “Malgrado tutto, la Sicilia fa simpatia e bisognerebbe prenderne atto. Non vorrei che questo servisse a esaltare la megalomania dell’Isola, ma è un segnale che il resto d’Italia è affezionato alla Sicilia. Chi sta fuori la vede ancora come un mito”.
E Sambuca, che non è certo Taormina e non occupa un posto di rilievo nell’immaginario dei viaggiatori, come ha fatto a convincere giurati e televotanti? E come accoglierà il nuovo flusso di turisti che ha già iniziato a prenotarsi? Gongola il sindaco Leo Ciaccio: “Abbiamo un museo di archeologia, uno di arte sacra, uno del vino e uno dedicato al pittore Gianbecchina, abbiamo un teatro comunale del 1849, le aziende vinicole e la “vastedda”. Tutto questo adesso va riorganizzato per essere all’altezza del riconoscimento ottenuto. Il messaggio che passa da Sambuca come da Montalbano o Gangi è la voglia di riscatto, la voglia di recuperare un gap negativo di immagine e di credibilità della Sicilia sfruttando bene quest’opportunità per fare del turismo culturale il primo volano economico”.
Sambuca si trova a breve distanza dal mare di Menfi e dai templi di Selinunte: il traino della corona di “Borgo dei borghi”, secondo il sindaco, ha già messo in moto i tour operator che hanno preso contatto con le strutture ricettive del paese: un albergo a quattro stelle e un pugno di bed&breakfast per un totale di cento-centocinquanta posti letto, ma la scommessa è creare un albergo diffuso trasformando in case-albergo alcune abitazioni del quartiere saraceno, un dedalo di viuzze e cortili che richiamano i centri storici delle città arabe e formano il richiamo più fascinoso di Sambuca.
Lo scudetto dei borghi, pur se gli ascolti di domenica del programma di RaiTre si sono fermati a un milione e 800 mila spettatori, è un certificato di garanzia per una svolta turistica. Lo testimonia Gangi che, due anni dopo la conquista del titolo, ha visto decuplicare i visitatori nel polo museale di Palazzo Sgadari, tra pinacoteca, archeologia, etnografia e la sezione dedicata all’immancabile
Gianbecchina. Nel centro storico sono stati aperti nuovi B&B grazie a un incremento di presenze immediato, senza bisogno di passerelle alle fiere del turismo.
I borghi come punta di diamante del turismo siciliano di domani? “Dobbiamo utilizzare i piccoli borghi per fare scoprire una Sicilia fatta di persone che vogliono condividere l’ambiente, la natura, i prodotti del territorio – conclude il sindaco di Sambuca – I primi segnali promettono bene”.
FONTE REPUBBLICA.IT