Mafia. Maxi sequestro di beni ad imprenditore di Castelvetrano
Aziende che operano nei settori agricolo, turistico e delle energie rinnovabili sono state sequestrate all’imprenditore di Castelvetrano, Girolamo Calogero Murania, condannato nel processo scaturito dall’operazione “Mandamento” che nel 2012 portò all’arresto dei fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro. L’indagine aveva documentato le infiltrazioni di Cosa Nostra nella gestione delle attività economiche nella provincia di Trapani ed accertato come la struttura criminale diretta dal capomafia latitante esercitasse un rigido controllo territoriale finalizzato, tra l’altro, all’acquisizione sistematica dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, attraverso l’operato di Sacco Santo, già consigliere provinciale e presidente della commissione lavori pubblici, nonché grazie ad una fitta rete di società controllat, dall’imprenditore di Salemi, Salvatore Angelo. Murania è stato condannato per estorsione aggravata, in concorso con Sacco: avevano usato bottiglie incendiarie e consegnato una testa di vitello a una vittima per acquisire i lavori di un impianto energetico nel Catanese per cui doveva essere favorita una delle aziende di Murania. Il provvedimento di sequestro, richiesto dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, colpisce un ingente patrimonio di 6 milioni di euro. Le aziende sequestrate operano nei settori agricolo, turistico e delle energie rinnovabili. Tra queste la Agro verde srl, la Geo expert srl, l’associazione Agro verde cult, proprietaria, tra l’altro, dell’immobile in cui è ospitato il Museo dell’olio e delle olive di Castelvetrano. La forte sperequazione tra le ricchezze accumulate e quanto dichiarato al fisco, ha permesso di rilevare l’ingiustificato possesso di altri beni mobili e immobili: sigilli a 4 imprese, 29 immobili tra appartamenti, uffici, magazzini e terreni a Castelvetrano, Partanna e Pantelleria; una dozzina di rapporti bancari e finanziari e un’automobile.