Carini. Il consiglio affida l’acqua ad Amap per 30 anni, è polemica

Il consiglio comunale di Carini ieri pomeriggio ha affidato per 30 anni le reti idriche all’Amap. Il via libera è arrivato con 13 voti a favore, 3 contrari e 8 astenuti. A dare il consenso per la cessione alla società palermitana, sono stati sopratutto gli esponenti di maggioranza, anche se si sono registrati alcuni distiguo. Il tema infatti è stato oggetto di discussione nelle ultime settimane.

Si sono astenuti i consiglieri di minoranza del gruppo “Carini Pulita”: «siamo fortemente contrari ad un periodo così lungo e pertanto non abbiamo dato il nostro voto favorevole ad un atto che pregiudica il futuro dell’autonomia di Carini».
A votare sì nella minoranza, il consigliere Giambanco. Mentre si sono astenuti pure, il Presidente del Consiglio Pietro Mannino ed il consigliere Pd Dario Armetta. «La nostra astensione non significa una spaccatura nella maggioranza che sostiene il sindaco – afferma Mannino. Il nostro voto invece rappresenta l’ideologia nella quale ancora crediamo, che abbiamo continuato a coltivare in questi anni battendoci per l’acqua pubblica.» Diversi i consiglieri assenti nella maggioranza.

Il sindaco Giovì Monteleone ha ribadito la sua posizione: «E’ stata una decisione sofferta ma non c’era altra soluzione. L’acqua non può essere gestita direttamente dal comune se non in corsorzio con altri. Ho tentato di fare un bacino insieme a Isola Capaci e Torretta ma loro avevano già aderito ad Amap. I finanziamenti per le reti idriche e fognarie vengono erogati solamente nei comuni in ambito. Il nostro comune non ha un euro in casse e le risorse umane necessarie.»

Unici a votare contro, i consiglieri 5 stelle che rilanciano la proposta di un referendum comunale. “Chiederemo ai cittadini se vogliono che a gestire l’acqua e gli scarichi fognari per i prossimi 30 anni sia una società del Comune di Palermo oppure direttamente il Comune di Carini“.

Sulla questione interviene pure la deputata M5S Claudia Mannino: «Assistiamo per l’ennesima volta ad un sindaco che in campagna elettorale parlava di gestione in proprio e di difesa del referendum per l’acqua pubblica ma, come sempre, nei fatti sta facendo l’esatto opposto»

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