Terrasini. La discarica di c/da Ramaria, pure la strada sarebbe “abusiva”
La strada che portava alla discarica sequestrata era sconnessa. Piena di buche e invasa dalle erbacce era difficile da percorrere. E così hanno pensato di scaricare dei rifiuti inerti, spianarli e livellarli. Se fosse stato autorizzato, non c’è dubbio che sarebbe stato un lavoro lodevole. Ma, così non è stato. Nessuno ha mai concesso il benestare al rifacimento della vecchia trazzera che porta all’impianto confiscato alla famiglia D’Anna. Emergono altri particolari inquietanti sulla vicenda dei 300 metri cubi di rifiuti speciali che qualcuno ha abusivamente scaricato all’interno dell’area chiusa da dieci anni. L’ipotesi è che abbiano lavorato per rendere accessibile la zona. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo che ha indotto a sistemare un percorso di circa mezzo chilometro. Adesso, il fondo stradale sembra ricoperto da mattoni e laterizi frantumati che proseguono per qualche metro dopo il deposito scoperto negli scorsi giorni. Per effettuare questi lavori occorre, intanto, un mezzo pesante che trasporti il materiale e poi una pala meccanica per livellarlo. Tutto questo è avvenuto in una zona isolata in contrada Ramaria. Ma, a pochi metri dalla discarica, c’è la rete di recinzione dell’autostrada Palermo – Mazara del Vallo. Le vetture sfrecciano a poca distanza. Però, nessuno si è accorto di niente. Eppure, chi ha scelto la cava abbandonata ha lavorato in grande stile. E’ ipotizzabile anche una data d’inizio di queste attività. Le immagini riprese dal satellite immortalano a dicembre del 2014 la prima presenza di rifiuti. Nello stesso periodo, il colore della strada comincia ad apparire diverso. Probabilmente, dunque, l’operazione risale a poco più di un anno fa. Da quel momento, furono accumulati rifiuti per l’equivalente di circa venti autocompattatori. Ridotti a dimensioni di pochi centimetri si trovano copertoni, sfabbricidi e parti di computer accumulati per bene in un’area di circa 20 metri di lunghezza. Intanto, sono in corso le indagini per capire chi può essere l’autore. I primi a intervenire sono stati i vigili urbani e l’ufficio tecnico. Ma della vicenda sono già stati informati i carabinieri. Nella ricerca del colpevole un indizio importante è la consistenza dei rifiuti che sono stati triturati. Segno che il colpevole aveva a disposizione un macchinario adatto alla frantumazione. E, poi, anche qualcuno che lo ha guidato nel luogo giusto dove ha scaricato indisturbato.