Partinico. Mercato del contadino, Rifondazione Comunista: “un fallimento”
“Sono stati spesi ben 179 mila euro per realizzare un progetto che si è rivelato un autentico fallimento. Nonostante gli amministratori parlino di “grosso risultato raggiunto” ai nostri occhi risulta l’ennesima presa in giro per i cittadini e l’ennesima dimostrazione della incapacità di governare del sindaco Salvo Lo Biundo e dei suoi assessori” è il commento del Partito della Rifondazione Comunista sul mercato del contadino di Partinico finanziato attraverso il GAL golfo di Castellammare. Inaugurato il 19 aprile dello scorso anno, in un primo momento gli stand sono stati allestiti nell’area dell’ex arena Lo Baido e l’apertura era stata fissata ogni mercoledì della settimana; dopo la pausa estiva è stato deciso di cambiare giorno e i produttori locali di concerto con l’assessore al ramo, Gioacchino Albiolo, hanno scelto il sabato. A dicembre il mercato del contadino è stato trasferito in piazza Duomo. “L’ennesimo tentativo -per Rifondazione Comunista- di rianimare qualcosa che è già morto, nonostante –scrivono dal partito- il proclamo dell’allora assessore alle attivià produttive Gianlivio Provenzano che durante l’inagurazione lo aveva definito “uno strumento indispensabile per la promozione dei prodotti locali e delle peculiarità culturali del territorio. Eppure non erano necessari dei luminari per preventivare un fallimento del mercato del contadino –prosegue la nota- non solo perché a Partinico, cittadina di poco più di 30 mila abitanti, funziona un mercato ortofrutticolo che vende a prezzi competitivi ma soprattutto per l’esistenza di una vastissima rete legale di negozi d’ortofrutta insieme ad una rete parallela ma illegale, seppur tollerata anch’essa assai vasta. D’altronde la CIA, l’organizzazione locale dei coltivatori –spiega ancora Rifondazione- aveva manifestato fin da subito il suo scetticismo sulla natura dell’opera perchè a Partinico, sostenevano i dirigenti, esiste una notevole produzione agricola per uso “personale” nel senso che sono numerose le famiglie che producono ortaggi, frutta, verdura ed altri derivati che per secoli hanno costituito gli elementi essenziali della nostra tavola, quale consumo familiare. Per cui il mercato agricolo locale, subordinato alle vendite, non avrebbe potuto avere diffusione perché antieconomico. Cosa diversa, ad esempio, dalle grandi città metropolitane o in centri dove l’agricoltura è comparto marginale”. Rifondazione Comunista punta l’attenzione pure sulla scelta di piazza Duomo per il mercato del contadino, “il centro storico –sottolineano dal partito- che nelle intenzioni strombazzate negli ultimi giorni dagli amministratori sarebbe dovuto diventare il “salotto della città”. Per il circolo Peppino Impastato, dunque, il mercato del contadino è stata un’esperienza fallimentare: il progetto finanziato attraverso il GAL –conclude la nota- ha previsto l’acquisto di software ed attrezzature, bagni chimici, un nuovo impianto di illuminazione, un ufficio operativo, un’aula didattica per la gestione del mercato e 40 gazebo completi di strutture metalliche. Di tutto questo, ma anche del finanziamento di Palazzo Ram chiederemo conto all’amministrazione Lo Biundo, nell’interesse dei cittadini”
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