Mafia, indagine sugli studenti: per 1 su 5 è “qualcosa con cui convivere”

Il 76% degli studenti siciliani interpellati sente parlare del fenomeno mafioso come “qualcosa da combattere, da disprezzare o evitare con attenzione”, mentre 1 studente su 5 pensa sia “qualcosa con cui convivere perchè non si può eliminare”. È uno dei dati emersi da un’indagine svolta tra gli studenti siciliani coinvolti nel progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili” realizzato dal centro studi Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della presidenza del Consiglio dei ministri. A illustrare i risultati è il gruppo di monitoraggio e valutazione del progetto durante la manifestazione conclusiva in corso nell’aula magna del liceo classico “Giovanni Meli” di Palermo.

Il progetto, realizzato con l’obiettivo di prevenire le diverse forme di illegalità e sensibilizzare i più giovani, ha coinvolto circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni di 14 scuole dell’Isola, compreso un gruppo di giovani del centro diurno del dipartimento per la giustizia minorile di Palermo. Il 39% degli studenti ritiene la mafia più forte dello Stato, il 34% ritiene “ugualmente forti” mafia e Stato, mentre solo il 16% pensa che sia lo Stato a essere più forte. “Quasi tutti i ragazzi interpellati nelle nostre rilevazioni – dice Laura Borino, componente dello staff del progetto – sanno chi sono i giudici Falcone e Borsellino, Padre Puglisi, Pio La Torre o, sul fronte opposto, il boss Totò Riina. Più della metà, però, prima dell’avvio del progetto, ha ammesso di non conoscere figure come Antonino Caponnetto, Emanuela Loi, Placido Rizzotto e quasi la metà ignorava chi fosse Rocco Chinnici”.

Nel corso dell’anno, oltre a partecipare a un ciclo di conferenze sul fenomeno mafioso, gli studenti hanno fatto visita alla Cantina “Centopassi”, in un bene confiscato nell’Alto Belice corleonese. I ragazzi hanno anche conosciuto la vita di Pio La Torre attraverso una mostra fotografica itinerante nelle scuole e con la partecipazione a dei laboratori teatrali basati sulla piece “Pio La Torre orgoglio di Sicilia” appositamente scritta e donata al centro dallo scrittore Vincenzo Consolo. “La visione di Vincenzo Consolo – spiega Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre – ha permesso ai ragazzi di approfondire la propria coscienza antimafia. Quel 39% che ritiene ancora la mafia più forte dello Stato ci indica la strada da percorrere insieme alle scuole, le agenzie educative più importanti, per contrastare, seguendo l’esempio di Pio La Torre, ogni connivenza tra mafia e parte della classe dirigente, in qualunque epoca”. “Il progetto ha lasciato il segno – spiega Giovanni Frazzica – perchè nel sondaggio agli studenti è stato anche chiesto se, grazie a questa iniziativa, hanno iniziato a parlare di mafia o di legalità con persone con le quali di solito non lo facevano, e il 73% ha detto sì”. Alla domanda “Ti è mai capitato di avvertire concretamente la presenza della mafia nella tua città?”, il 34% risponde “abbastanza”, il 25% “poco”, il 21% “molto”. Tra gli studenti che hanno risposto, 137 continuano a riporre maggiore fiducia negli insegnanti, seguono i magistrati (95 preferenze) e, al terzo posto, forze dell’ordine (57 preferenze). Ultimi nella classifica risultano essere: sindacalisti (26 preferenze), parroci (10), politici nazionali (8), politici locali (3).

La manifestazione si è svolta alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione, Bruno Marziano, delle dirigenti scolastiche Francesca Vella, del liceo classico “Giovanni Meli”, Giuseppa Attinasi, del liceo artistico “Vincenzo Ragusa e Otama Kiyohara”e I.t.g. “Parlatore” e Pia Blandano, dirigente del liceo “Regina Margherita” di Palermo. “Per la mia generazione Pio La Torre è stato un maestro di vita – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Bruno Marziano – per fortuna c’è un centro studi che continua a mantenere vivo il suo messaggio. Pio aveva il rigore di chi credeva in una missione, come la lotta alla mafia. La scuola è il primo presidio di legalità e il luogo in cui si forma la classe dirigente. Investire nella qualità dell’istruzione è fondamentale”. L’assessore ha anche annunciato l’avvio di progetti di “alternanza scuola – lavoro in Sicilia, anche nei licei, una vera rivoluzione nel mondo dell’istruzione”.

A intervenire anche Adriana Ragusa, funzionaria della professione pedagogica al centro diurno polifunzionale del dipartimento di giustizia minorile di Palermo, la docente Mariella Giuffrè, del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Sant’Agata Militello (Me), Giovanni Frazzica, sociologo che ha valutato i risultati dell’indagine sulla percezione mafiosa tra gli studenti, e il regista Salvatore Dolce, uno dei responsabili teatrali del progetto.

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