Caso Ciapi. La Corte dei conti condanna al risarcimento di 10 milioni di euro
E’ stato ribaltato in appello il giudizio aperto davanti alla Corte dei Conti a carico di assessori regionali e funzionari in merito al danno erariale contestato dalla procura contabile sulla vicenda del finanziamento per il piano di consulenza e apprendistato Coorap presentato dal Ciapi e finanziato con fondi comunitari. Il progetto per di Formazione professionale e comunicazione finanziato con 7 milioni di euro alla fine è costato alla Regione 15 milioni. Secondo la procura della Corte dei Conti con integrazioni illecite. Questo progetto nell’agosto 2008 era finito sotto la lente dell’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode “Olaf” , che aveva segnalato alla procura della Corte dei Conti diverse criticità. Alla luce dell’attività investigativa dell’Olaf la procura contabile aveva contestato il danno erariale e aperto il procedimento contro assessori e funzionari regionali. Ma mentre in primo grado i giudici contabili avevano deciso per l’assoluzione e la prescrizione, in appello adesso è arrivata la condanna. Secondo i giudici di primo grado la prescrizione scattava dall’erogazione delle somme corrisposte, mentre per i giudici di secondo grado presieduti da Pino Zingale scatta dalla rendicontazione. Per i procedimenti la prescrizione scatta dopo cinque anni. L’erogazione delle somme è avvenuta nel 2007, mentre la rendicontazione a novembre del 2008. In primo grado per alcuni funzionari regionali era scattato un sequestro cautelativo ancora prima della citazione in giudizio. Alla luce del giudizio di primo quel sequestro era stato revocato. Adesso i giudici d’Appello della Corte dei Conti, hanno condannato l’ex presidente del Ciapi, l’ex capo dell’Agenzia per l’Impiego e i componenti del Comitato tecnico scientifico a risarcire la Regione Sicilia.
La somma è stata così ripartita l’ex presidente del Ciapi e l’attuale deputato regionale Francesco Riggio, (3.722.374 euro), l’ex capo dell’Agenzia per l’Impiego Rino Lo Nigro (1.063.535), Daniela Avila (598.239), Giuseppe Bonadonna (598.239), Calogero Bongiorno (1.063.535), Rosario Candela (598.239), Santo Conti (598.239), Natalino Natoli (598.239), Enzo Stefano Testagrossa (598.239), Giangiuseppe Gattuso (598.239) e Salvatore Federico Schembri (299.119). L’unico non condannato è l’ex assessore regionale Luigi Gentile, difeso dall’avvocato Gigi Rubino, la cui posizione è stata sospesa “fino alla definizione – si legge nella sentenza – della questione di massima sollevata da questa Sezione con ordinanza n. 33/A/2015”. “La sentenza con la quale i giudici di Appello della Corte dei Conti hanno condannato a risarcire la Regione, funzionari e dirigenti regionali ha accolto l’impugnazione proposta dal Procuratore Giuseppe Aloisio contro la sentenza della Sezione di primo grado che aveva assolto i componenti del Comitato Tecnico Scientifico e il dirigente generale dell’Agenzia Regionale per l’Impiego e la Formazione Professionale dalla contestazione di irregolare gestione dei fondi assegnati al Ciapi di Palermo per la realizzazione del progetto CO.OR.AP., finanziato con fondi europei”. Lo si legge in una nota del procuratore Aloisio. “A garanzia del risarcimento del danno contestato ai soggetti in questione (circa 15 milioni di euro), – aggiunge la nota – il Procuratore aveva richiesto e ottenuto il sequestro conservativo di un considerevole patrimonio immobiliare loro intestato, dichiarato inefficace con la sentenza di assoluzione emessa in primo grado. La condanna definitiva in sede di appello, per un importo complessivo di 10.336.234 euro, dovrà essere eseguita dall’Amministrazione regionale sotto la vigilanza della Procura regionale. Undici le persone Le somme più alte dovranno essere pagate dall’ex presidente del Ciapi e l’attuale deputato regionale Francesco Riggio, (3.722.374 euro) e dall’ex capo dell’Agenzia per l’Impiego Rino Lo Nigro (1.063.535). I soggetti coinvolti sono stati condannati per due motivi. “Sotto un primo aspetto, – prosegue la nota – l’azione del Procuratore regionale è stata ritenuta tempestiva poiché, in adesione ai motivi di appello, la decorrenza del termine iniziale di decorso della prescrizione è stato individuata nella rendicontazione delle spese all’Amministrazione regionale, e non dalla data di accreditamento dei fondi, come ritenuto dal giudice di prime cure. Inoltre, l’attività di gestione dei componenti del Comitato tecnico scientifico e le scelte operate dal Dirigente regionale che ne erano il presupposto, sono caratterizzate da “gravissimo disinteresse e disprezzo per la cosa pubblica che connota un’estrema gravità dell’elemento colposo” (cfr. sentenza n.12/A/2016).
In merito alla vicenda dell’ex assessore Luigi Gentile “il giudice di primo grado lo aveva assolto per prescrizione, senza entrare nel merito, – aggiunge la nota della procura contabile – mentre il Procuratore Aloisio in sede di appello aveva richiesto, come unico motivo, l’annullamento del capo della sentenza e il rinvio al primo giudice per la decisione nel merito. La sospensione del giudizio di appello nei confronti del Gentile rappresenta, pertanto, una questione meramente processuale, non avendo nessuna valenza di sostanziale assoluzione”.
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