Ai raggi X i documenti e i file dell’ufficio legale dell’avvocato Marcatajo

Lo studio legale dell’avvocato Marcello Marcatajo, arrestato ieri mattina nell’ambito dell’Operazione Ciciero, è stato perquisito quasi per tutta la giornata. Sotto la lente di ingrandimento dei pubblici ministeri Roberto Tartaglia e Amelia Luise, assieme agli investigatori del nucleo speciale di polizia valutaria delle fiamme gialle, alla ricerca di nuovi spunti di indagine, sono finiti computer e documenti vari.

Marcello Marcatajo era un professionista a completa disposizione della famiglia di Francesco Graziano, rampollo di una famiglia di costruttori mafiosi. Lo ribadisce il giudice delle indagini preliminari Lorenzo Iannelli nel suo provvedimento restrittivo: “Si tratta, per la loro capacità di inquinare il tessuto economico della società di fatti gravissimi, anche per la correità con sodali mafiosi: tutti fatti che indicano la pericolosità dell’indagato e il concreto ed attuale rischio che commetta altri reati della stessa specie”.

Il giudice parla di “disponibilità conclamata ad assecondare gli interessi del gruppo mafioso dei Graziano, sino a compromettere gli obblighi del giuramento professionale ed oltrepassare i limiti che anche il comune buon senso in genere suggerisce ai colletti bianchi di non superare, allorquando si trovano ad interagire con personaggi gravitanti nell’orbita mafiosa”.

Accuse pesanti quelle rivolte a Marcello Marcatajo che, nei mesi scorsi, aveva cercato di tutelarsi dopo aver saputo della collaborazione di Vito Galatolo con i pm della procura di Palermo.

Infatti, pare che aveva incaricato un tecnico al fine di formattare tutti i suoi supporti informatici. Nelle intercettazioni diceva: “Io non so loro cos’hanno, se me li trovano… io vorrei fare una chiavetta, ma nella chiavetta ci sono pure cose che io intendo cancellare da qua… e poi distruggere, in maniera che non me le porto nella chiavetta e poi distruggo tutto”.

I finanzieri della Valutaria, nel corso della lunga e certosina perquisizione, hanno anche recuperato diversi supporti informatici che devono ancora essere esaminati.

Ieri, assieme a Marcatajo sono finite in manette altre otto persone, fra cui un ingegnere Francesco Puccio, di 67 anni. Un provvedimento di custodia cautelare è stato notificato in carcere al boss Francesco Graziano, il figlio di Vincenzo, costruttore e boss. Misura cautelare pure per Francesco e Angelo Graziano. Sono invece ai domiciliari il figlio di Marcatajo, Giorgio (accusato di aver collaborato con il padre nelle sue operazioni finanziarie spregiudicate), la moglie di Francesco Graziano (Maria Virginia Inserillo) e due presunti prestanome, Giuseppe e Ignazio Messeri.

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