La ricercatrice libica si difende: non sono una terrorista

All’uscita dal carcere Pagliarelli di Palermo tira dritto per la sua strada. Poi, accetta di rispondere ai cronisti. Il suo italiano è poco fluente. In soldoni, Khadiga Shabbi dice di essere finita in un terribile equivoco. La donna era stata arrestata e poi rilasciata con l’accusa di essere in contatto con l’Isis. I pm presenteranno appello contro la decisione del Gip di liberarla.
A suo dire non sarebbe la donna che viene dipinta dai pubblici ministeri di Palermo. Non è facile seguire il suo ragionamento. Alcune cose risultano, però, chiare. Dice di non essere una terrorista perché “non si può uccidere in nome della religione”. Non ce l’ha con i cristiani perché anche il Cristianesimo “è una religione di Dio” afferma. Parla pure delle foto nel suo profilo Facebook con i militanti della Jihad. “La bandiera nera che si vede – spiega – non è dell’Isis, è una bandiera storica di tutto l’Islam. “

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture