Candela azzera la commissione invalidi: risparmi per 2,5 milioni
Una rivoluzione che porterà a un risparmio di due milioni e mezzo l’anno. Il direttore generale dell’Asp di Palermo Antonio Candela ha deciso di “chiudere” le commissioni invalidi. O meglio, di renderle “interne”. Cioè composte da dipendenti dell’azienda sanitaria che non riceveranno per questa mansione un euro in più rispetto al loro stipendio. “Saltano”, così, oltre duecento incarichi esterni destinati a medici e tecnici che avevano il compito di valutare le domande di invalidità. Incarichi che in qualche caso si traducevano in stipendi paralleli, da 1.300 euro in più al mese. A professionisti scelti da un albo con la massima discrezionalità. In un settore che in passato certamente non è stato impermeabile alla politica.
Dal primo gennaio gli esami verranno compiuti quindi dal personale dell’azienda sanitaria. L’organismo attualmente è composto da otto membri: un presidente, un componente esperto in medicina generale, un altro esperto in medicina del lavoro, tre esperti (un geriatra, un internista e uno psichiatra), un operatore socio-sanitario e un dipendente dell’Asp con funzioni di segretario. A quest’ultimo vanno circa 200 euro. Cifre che salgono per gli altri, giungendo fino a 1.300 euro al mese. Uno stipendio. Che Candela ha deciso di cancellare. Nessun bonus.
Una decisione che si tradurrà in un immediato risparmio per le casse pubbliche. Già quantificato dagli stessi uffici dell’Asp di Palermo in oltre due milioni e mezzo l’anno. La decisione arriva solo oggi perché, spiega Candela, “intervenire prima avrebbe significato l’interruzione di contratti in essere, col rischio concreto di costosi contenziosi. Ma quei contratti non verranno rinnovati”. E così, ecco cadere in un colpo 232 indennità erogate dall’Asp oltre agli stipendi.
Un risparmio, certo. Ma anche uno stop a un corto circuito che spesso è apparso evidente. Con la nomina in queste commissioni di medici che non erano certamente estranei al mondo della politica. Anzi, in qualche caso, dalle commissioni sono passati anche consiglieri comunali o provinciali, militanti e simpatizzanti dei partiti. Pescati da un albo che non prevedeva un punteggio, ma solo un elenco di idonei. Scelti dal manager. Che viene a sua volta selezionato direttamente dalla politica. Che dal primo gennaio, almeno dalle commissioni invalidi del capoluogo, sarà costretta a restare fuori.
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