Il Pd di Corleone annuncia mozione di sfiducia contro il sindaco Savona

L’avvio di atti ispettivi al Comune di Corleone e mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Leoluchina Savona. L’annuncio, in un comunicato, è del gruppo consiliare e del circolo locale del Partito Democratico, dopo alcuni particolari emersi nell’ambito dell’inchiesta Grande Passo tre che, nei giorni scorsi ha portato all’arresto di alcuni esponenti della cosca mafiosa del Corleonese.

Si tratta dell’interesse espresso da alcuni imprenditori romani, non identificati, del settore lattiero/caseario, alla raccolta del latte della zona dell’Alto Belice, da convogliare presso l’impianto sito in contrada Noce, di proprietà del Comune di Corleone.

Gli stessi si sarebbero affidati ad un collega del trapanese, Giovanni Impiccichè e quest’ultimo, per favorire il gruppo di imprenditori capitolini, si sarebbe rivolto, probabilmente in virtù di pregressa conoscenza, a Pietro Campo, già condannato per associazione mafiosa, ritenuto esponente di vertice della famiglia mafiosa di Santa Margherita Belice, il quale a sua volta per realizzare il progetto, avrebbe deciso di avvalersi, sul territorio di interesse, di Vincenzo Pellitteri, reggente della famiglia mafiosa di Chiusa Sclafani.

A tal fine, Pellitteri, avrebbe pianificato un sopralluogo presso la struttura di contrada Noce, organizzando un incontro, il 3 settembre dello scorso anno, con il sindaco di Corleone Leoluchina Savona, suo fratello Giovanni Savona, Giovanni Impiccichè e Sebastiano Tosto, responsabile dell’area palermitana del comitato esecutivo del Distretto lattiero-caseario regionale, e fratello di Salvatore Tosto, già condannato per associazione mafiosa in quanto ritenuto vicino al boss Totò Riina.

In verità, il progetto non venne mai realizzato, forse perché la struttura di contrada Noce è stata ritenuta sproporzionata rispetto al quantitativo di latte che nel circondario si sarebbe potuto raccogliere, per cui i costi di gestione sarebbero stati eccessivi e sconvenienti. La vicenda ha provocato le reazioni dell’opposizione che, già un mese fa, aveva criticato la scelta del primo cittadino di non costituire l’ente locale parte civile nel processo contro Antonino Di Marco.

Il Pd parla che le frequentazioni emerse dall’operazione antimafia danneggiano fortemente le istituzioni cittadine e la comunità corleonese. “E’ necessario che l’azione repressiva – si legge nella nota – venga accompagnata da un forte impegno civile e democratico delle istituzioni, delle forze sociali, culturali e dei cittadini democratici”. Il Pd, infine, scrive di battersi affinchè a Corleone avvenga una scolta capace di ridare credibilità alle istituzioni.

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