Crocetta nomina il suo quarto governo, ma è già crisi
Neanche il tempo di nascere che è già in crisi il quarto governo nominato dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Subito dopo aver reso noto i nomi degli assessori il segretario del Pd Fausto Raciti leggendo la lista ha dichiarato “deve esserci stato un errore” sconfessando di fatto la nuova squadra di governo. Che nuova non è, con vecchi volti e metà giunta riconfermata. I nuovi ingressi sono Antonio Fiumefreddo – Assessore delle autonomie locali e funzione pubblica –
PD. Antonello Cracolici Assessore per l’agricoltura, sviluppo rurale e della
pesca mediterranea – PD. Gianluca Miccichè Assessore per la famiglia, politiche sociali e lavoro Udc. Carlo Vermiglio Assessore per i beni culturali e l’identità siciliana – tecnico vicino a Ncd. I riconfermati sono Mariella Lo Bello Vicepresidente, Assessore per le attività produttive. Giovanni Pistorio Assessore per le infrastrutture e la mobilità – Udc. Maurizio Croce Assessore per il territorio e ambiente – Sicilia futura. Cleo Li Calzi Assessore per il turismo, sport e spettacolo
Baldo Gucciardi Assessore per la salute – PD. Alessandro Baccei Assessore per l’economia – PD. Vania Contrafatto Assessore per l’energia e i servizi di pubblica utilità – PD. Bruno Marziano Assessore per l’istruzione e la formazione professionale anche lui Pd. Il Partito democratico protesta per la mancata rappresentanza dell’area che fa riferimento a Giuseppe Lupo. E già ieri sera Crocetta ha convocato il segretario Raciti per valutare la possibilità di allargare la rappresentanza democratica. Il presidente del partito Bruno descrive Crocetta come un “presidente pasticcione”. Protestano pure i deputati del Megafono, lasciati fuori dal nuovo esecutivo. Prendono le distanze anche Sicilia futura Sicilia democratica e anche il ministro dell’interno Alfano che disconosce il “tecnico” Carlo Vermiglio. Un governo che è stato definito “un aborto” dal Movimento 5 stelle parlando di “una grande ammucchiata che non riesce nemmeno a soddisfare la voglia di poltrone di tutti.” Fuori dall’Ars, l’ex deputato Fabrizio Ferrandelli, chiede a Renzi di commissariare il Pd siciliano, raccogliere 46 firme e mandare a casa Crocetta.
Insomma, quello che doveva essere il governo della rivoluzione e del cambiamento, che doveva mettere d’accordo tutti per risollevare la Sicilia, è già fallito per gli scontri sulle poltrone, lasciando la nostra isola in mezzo ad innumerevoli problemi da risolvere.