Carini. Picchiava la fidanzata, 24enne condannato a tre anni
Lui maggiorenne, lei minorenne. Si erano fidanzati, ma ben presto la vita della ragazza, allora diciasettenne, divenne un vero incubo per le continue violenze fisiche e psicologiche che avrebbe subito dal fidanzato – padrone, ossessivamente geloso. Botte, vessazioni, imposizioni, umiliazioni, maltrattamenti, pedinamenti, continue telefonate, minacce di morte e terribili privazionio, che la ragazzina, in un primo momento avrebbe accettato soltanto per amore, ma che poi non è stata più in grado di sopportare e ha chiesto, così, aiuto alla madre, alla quale più volte aveva nascosto i lividi per le botte ricevute dal fidanzato, o aveva inventato varie scuse per giustificarli. Un vero calvario, durato un intero anno. Alla fine la ragazza si è ribellata, non ce l’ha fatta più, e a maggio 2013 ha deciso di interrompere definitivamente quella relazione. Quindi, all’ennesimo abuso subito, si è rivolta ai carabinieri, denunciando i ripetuti episodi di violenza di cui sarebbe stata vittima da parte del ragazzo. Quest’ultimo però non si sarebbe rassegnato alla fine del loro rapporto ed avrebbe messo in atto ulteriori condotte persecutorie nei confronti dell’ex fidanzata. Finito sotto processo, a conclusione dell’istruttoria dibattimentale, ritenuto colpevole dei reati contestategli, l’imputato P.L.C., ventiquatrenne carinese, è stato condannato a tre anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Il verdetto è del giudice della seconda sezione del tribunale di Palermo, Bruno Fasciana. Soddisfazione per l’esito della sentenza esprime il difensore della ragazza, l’avvocato Lidia Taormina, “giustizia è stata fatta” –dice-. Tra i tanti fatti di violenza contestati all’imputato, basterebbe soltanto qualche episodio: quello ad esempio del 30 maggio 2013, quando l’imputato avrebbe sferrato diversi pugni in faccia e all’addome della vittima, causandole una tumefazione all’occhio. A poco meno di un mese poi avrebbe nuovamente aggredito la ragazza e minacciandola di morte, l’avrebbe colpita al volto, facendola rovinare al suolo e sbattere la testa e la schiena contro un gradino”.