Terrasini. Artigiano folgorato, disposta l’autopsia
Probabilmente è stata una scarica elettrica da 320 volt a colpirlo. Sul corpo c’erano le ferite tipiche di chi muore folgorato. Salvatore Licata, 59 anni, due figli, sarebbe rimasto ucciso, mentre lavorava ad un tornio all’interno di un magazzino di sua proprietà a Terrasini. La dinamica dei fatti non è ancora chiara, ma sembra che la causa della morte sia accidentale. L’uomo aveva messo in piedi un laboratorio artigianale che utilizzava per preparare punte da trivella. Un lavoro che svolgeva regolarmente in una sorta di capannone a due passi dall’abitazione di via Enrico Fermi, in una zona più nota come contrada Perricone. Nonostante l’esperienza, però, lunedì, qualcosa è andato storto. Ad accorgersi di quello che era avvenuto è stata la compagna, di origine polacca, con la quale conviveva. Verso le 20, non vedendolo rincasare, la donna è andata cercarlo e lo ha trovato riverso per terra. Fra i primi ad intervenire uno dei fratelli della vittima che abita poco vicino. Inutili, i tentativi di rianimare l’uomo. Subito, è partita la chiamata ai sanitari e ai carabinieri di Terrasini. Ma, i medici del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Dopo qualche ora, sul luogo è giunto il magistrato che, dopo una prima ispezione cadaverica, ha disposto il trasferimento al Policlinico di Palermo per l’autopsia. Gli inquirenti, infatti, vogliono accertare l’esatta dinamica della morte. Se è certo che sul corpo c’erano i segni tipici di una folgorazione, non sarebbero rinvenuti i fori d’ingresso che provoca l’urto della corrente elettrica. Lunedì notte, dunque, i militari dell’Arma hanno accompagnato il cadavere al reparto di Medicina legale del Policlinico di Palermo. L’esito degli esami che arriverà tra qualche giorno fornirà elementi di giudizi più certi. Gli inquirenti, intanto, stanno verificando se esiste qualche responsabilità. Al momento, si sa che lo stesso cinquantanovenne avrebbe messo su la struttura in cui lavorava e avrebbe allestito l’impianto elettrico che lo ha ucciso. In questa sorta di improvvisata officina artigianale, la vittima, possibilmente, quel giorno era da solo. Gli inquirenti, però, sembra che vogliano valutare ancora la possibilità dell’omicidio colposo. Cioè cercano di capire se ci siano altri soggetti in qualche modo coinvolti in quello che appare un incidente sul lavoro.
nella foto di apertura il cancello di ingresso dell’officina