Operazione Alqamah, tre arresti, cinque indagati, perquisizioni in corso
E’ di tre arresti, due obblighi di dimora, 5 avvisi di garanzia, decine di perquisizioni e due imprese sequestrate per il valore di circa 3 milioni di euro, il bilancio di una operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani, tra Alcamo, Palermo e Milano.
Ai domiciliari sono finiti i fratelli alcamesi Nicolò e Leonardo Coppola e Antonino Bonura.
Imposto invece, l’obbligo di dimora a Gaetano Manno e Salvatore Giordano.
Tutti sono indagati a vario titolo per intestazione fittizia di beni a compiacenti prestanome.
Nell’inchiesta, è implicato anche un dipendente dell’ufficio tecnico comunale di Alcamo.
Sotto sigillo sono finite le aziende “TRASPORT. SCAVI S.r.l.” di Alcamo e la “CALIX WINE S.r.l.” di Palermo, il cui intero capitale societario ammonta a 3 milioni di euro. Le due imprese sarebbero rispettivamente riconducibili a Nicolò Coppola e Antonino Bonura.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un’articolata attività investigativa avviata nel maggio 2011 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo e finalizzata alla disarticolazione della famiglia mafiosa di Alcamo.
L’indagine ha consentito di documentare l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese apparentemente pulite ma, di fatto, riconducibili a soggetti già condannati con sentenze passate in giudicato per il reato di associazione di tipo mafioso e, fittiziamente intestate a prestanomi compiacenti al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
In particolare, i militari hanno accertato che la società Trasport Scavi, attiva nel settore dell’edilizia e del movimento terra, formalmente intestata a Gaetano Manno, fosse riconducibile ai fratelli Nicolò e Leonardo Coppola, di cui il primo pregiudicato per associazione mafiosa.
Dalle intercettazioni, i due fratelli, apparivano chiaramente quali dominus della società, gestendo i pagamenti ai fornitori, acquisendo le commesse e dando disposizioni agli operai della società che, era riuscita ad aggiudicarsi un’importante commessa pubblica, per il valore di circa 200 mila euro, per la sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo – Castellamare del Golfo.
Ulteriore conferma dell’illecita gestione, sarebbe arrivata agli investigatori quando, per stipulare il contratto di questo lavoro pubblico, il dipendente dell’ufficio tecnico comunale di Alcamo. D.A., anch’egli indagato, il 7 dicembre del 2012, avrebbe telefonicamente invitato Nicolò Coppola a presentarsi per la sottoscrizione degli atti.
Quello stesso pomeriggio, Coppola, sarebbe arrivato nell’ufficio comunale in compagnia di Gaetano Manno, formale intestatario della società al quale, però, avrebbe fatto apporre la firma.
Il tutto è stato intercettato e registrato dai Carabinieri.
Allo stesso modo, le indagini, hanno permesso di appurare che Antonino Bonura, anch’egli pregiudicato per mafia e attualmente detenuto, era il reale proprietario della Calix Wine, società attiva nella commercializzazione di vino all’ingrosso. Bonura aveva formalmente intestato le quote societarie a Salvatore Giordano e nominato, quale amministratore unico, un professionista compiacente che però dopo qualche mese venne sostituito poiché aveva perso sua la fiducia. L’ex amministratore, infatti, non volle poi assumersi la responsabilità della gestione aziendale impostagli da Bonura.
Le intercettazioni dei carabinieri, infatti, hanno permesso di registrare una furibonda lite telefonica tra Antonino Bonura e l’amministratore che, disattendendo le disposizioni del reale proprietario, intendeva pagare equamente tutti i creditori. In quell’occasione Bonura pretendeva invece che ne fosse privilegiato uno solo e nella conversazione intercettata avrebbe ribadito al suo interlocutore: <<lei non paga a nessuno … lei prima che piglia una lira, lei ci deve avvisare e non faccia di testa sua… lei deve fare quello che dice la direzione … lei faccia quello che le viene detto di fare come eravamo rimasti>> .