Carini. Unioni civili, la posizione di Ferranti e Katia Gambino
“L’assise civica di Carini ha approvato un atto contra legem ed in contrasto con lo Statuto comunale”, lo sostengono Fabio Ferranti e Katia Gambino, consiglieri di maggioranza che in una nota esprimono la propria posizione sull’istituzione del registro delle unioni civili. Ferranti, capogruppo di Comitati Civici, difende la sua idea “a favore della famiglia naturale fondata –si legge in una nota- sul matrimonio e tutelata dalla Costituzione. Non c’è una legge che lo permette –prosegue Ferranti-, infatti è ancora all’esame del parlamento nazionale un ddl sulle unioni civili. Inoltre –prosegue il consigliere- la norma approvata dall’ARS lo scorso 20 marzo prevede l’istuzione del registro solo a livello regionale e non comunale. Recita l’articolo 4: “i Comuni ,entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge adeguano i propri regolamenti al fine di tutelare e sostenere la Famiglia e le Unioni Civili iscritte nel Registro regionale presso l’ Assessorato della Famiglia” . Il decreto attuativo di questa legge –prosegue Ferranti- non è stato approvato e ciò significa ,che attualmente, non è possibile iscriversi nemmeno nel registro delle Unioni Civili Regionali. E perciò che a Carini è stato approvato un atto contra legem ed in contrasto con lo Statuto comunale. Riconoscere –spiega Fabio Ferranti- i diritti delle persone che hanno tendenze omosessuali e che desiderano vivere insieme è certamente una cosa giusta; persone in quanto tali hanno diritto, e qui il Codice Civile dovrebbe anche modularsi su queste richieste , ma far si che questo sia di fatto un altro matrimonio con la possibilità di adottare bambini, significa collocare accanto alla famiglia costituzionale e naturale un altro genere di famiglia”. Sulla stessa linea di pensiero il consigliere Katia Gambino: “non si vogliono mettere in discussione i diritti individuali che sono sacrosanti, noi –come dice Papa Francesco- non siamo nessuno per giudicare. La verità –prosegue Gambino- è che non ci sono particolari benefici per chi si iscrive nel registro, anche perché i Comuni non hanno competenza in materia di diritti e paradossalmente ad esempio, in alcuni casi le ragazze madri potrebbero perdere il diritto all’assegno”. “L’istituzione del registro delle Unioni Civili –aggiunge Fabio Ferranti- non era inserita nel programma elettorale del sindaco Giovì Monteleone e non rientra nelle emergenze, anzi rappresenta un aggravio dei costi. Se poi diamo uno sguardo al disegno di legge Cirinnà sulle Unioni Civili in esame al Parlamento Nazionale nel quale si parla delle adozioni per le coppie gay o addirittura al ricorso dell’Utero in affitto, personalmente –conclude Ferranti- la pensiamo in maniera totalmente diversa”.