“Gatta uccisa a fucilate”, udienza rinviata. Il sindaco di Torretta replica agli animalisti
Rinviata a dicembre l’udienza sul caso della gattina ferita a colpi di arma da fuoco nella zona di Piano dell’Occhio nel territorio di Torretta. I fatti risalgono ad una notte di settembre di due anni fa e dopo la denuncia presentata dall’animalista Giulia Petrucci la polizia ha individuato il presunto responsabile citato adesso in giudizio. Si tratta di un quarantuenne di Montelepre difeso dall’avvocato Angelo Coppolino, al quale si sarebbe arrivati tramite le fotografie scattate dalla Petrucci alla targa dell’autovettura che apparterrebbe al bracconiere. L’udienza preliminare al Tribunale di Palermo era fissata per questa mattina, il GUP ha deciso per il rinvio a dicembre, riservandosi di decidere sulla richiesta avanzata da un cartello di associazioni animaliste rappresentate dall’avvocato Andrea Dell’Aira che ha chiesto “l’avvio di un procedimento che accerti la responsabilità civile del Comune di Torretta che ha omesso un’attività di vigilanza e non ha pagato le spese veterinarie”. Replica il sindaco Salvo Gambino: “accuse strumentali –afferma- è stato accertato che il reato è stato commesso nelle ore notturne e come è noto la polizia municipale non presta servizio dopo le 20.00. Non si comprende, perciò, come potrebbe configurarsi una responsabilità civile del Comune di Torretta, per omessa vigilanza”. Per quanto riguarda il pagamento delle spese mediche –la gattina subì diversi interventi in una clinica veterinaria prima di morire- il sindaco Gambino precisa “la fattura rilasciata non risultando intestata ad un’associaizione animalista ma ad un privato, mancava di un presupposto essenziale per la liquidazione. Mi dispiace –prosegue il primo cittadino- che l’avvocato Dell’Aira “attacchi” un Comune che proprio di recente ha avviato in collaborazione con l’associazione Anima Animalista e l’ASP una campagna di sensibilizzazione per creare un sistema di prevenzione e controllo al fine di contrastare e reprimere i reati contro gli animali che condanniamo con forza e –conclude Salvo Gambino- per perseguire i responsabili”.