Fermati 11 presunti fiancheggiatori di Messina Denaro
Sono tutti accusati di favoreggiamento aggravato dalla modalità mafiosa, per aver agevolato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro, scacco al mandamento di Mazara del Vallo e ai clan di Salemi, Santa Ninfa e Partanna. Polizia e Carabinieri hanno arrestato nell’ambito dell’operazione “Ermes” , undici fiancheggiatori del superlatitante di Castelvetrano, imprendibile da 22 anni. L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Teresa Principato e dai pm Paolo Guido e Carlo Manzella, è cominciata nel 2011 e rappresenta l’evoluzione delle operazioni Golem ed Eden sempre contro i fiancheggiatori del boss Messina Denaro. Ma nonostante gli attacchi dello Stato i clan si erano riorganizzati ed avevano pure modificato il metodo delle comunicazioni. Dopo i summit, i pizzini venivano nascosti sotto terra; lo smistamento dei bigliettini avveniva in due masserie nelle campagne di Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, di proprietà di due allevatori, Vito Gondola 77 anni e Michele Terranova 45 anni, arrestati oggi insieme a Giovanni Loretta, Leonardo Agueci, Pietro Giambalvo, Vincenzo Giambalvo Giovanni Scimonelli, Giovanni Mattarella, Sergio Giglio, Michele Gucciardi e Ugo Di Leonardo. Rigide le regole imposte sulla comunicazione: i messaggi dovevano essere letti e distrutti e le risposte dovevano giungere entro termini prefissati, al massimo 15 giorni. Per convocare i summit gli arrestati, molti dei quali allevatori, utilizzavano termini come ‘concime’ e ‘favino’, cereali dati in genere ai maiali. Gli scambi dei bigliettini a un certo punto hanno subito un arresto, che gli inquirenti ricollegano a un temporaneo possibile allontanamento di Messina Denaro – il cui nome è presente in alcune conversazioni intercettate – dalla Sicilia. I mafiosi non si riunivano mai all’interno delle masserie ma solo nelle campagne, cosa che ha reso più complicato intercettare le loro conversazioni. I pizzini venivano gestiti da Gondola, tanto che gli investigatori avevano ipotizzato che l’anziano potesse portarli al latitante, che è rintanato chissà dove.