Borgetto. Picchiava la moglie, condannato un trentaduenne
In quattro anni di vita coniugale aveva sottoposto la moglie a ripetuti maltrattamenti, umiliazioni e vessazioni, picchiandola con calci e pugni e minacciandola anche di morte. Le violenze si sarebbero consumate pure davanti agli occhi atterriti della figlioletta di appena tre anni. Una drammatica storia di brutalità domestica approdata in tribunale, con alla sbarra, accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie, L.R. 32 anni, originario di Palermo, residente all’epoca dei fatti, nel 2013 a Borgetto insieme alla coniuge. Citato in giudizio nel 2014 a termine del processo è stato condannato dal Tribunale di Palermo a due anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali, oltre a quelle di costituzione di parte civile (quantificate in 1.140 euro), nonché al risarcimento del danno in favore delle due parti offese, la madre e la figlia, calcolati in 40 mila euro, ventimila ciascuna. Soddisfatta per il verdetto il legale delle vittime, l’avvocato Francesca Salvia che parla di “sentenza esemplare”. Nel corso del processo a confermare l’attendendibilità delle dichiarazioni rese dalla donna sono state anche quelle dei testimoni intervenuti durante gli episodi di violenza subiti dalla donna. L’imputato quando diventava aggressivo alzava la voce, urlava come un ossesso, batteva i pugni sui muri e sulle porte. Colpiva la moglie e l’afferrava al collo per futili motivi: ad esempio non tollerava che lei non si adeguasse al volere della suocera, mentre le impediva di frequentare la propria madre. In uno degli ultimi episodi, prima che lei lo lasciasse, addirittura la donna si è urinata addosso per la paura e le botte ricevute, sempre sotto gli occhi della terrorizzata figlioletta. Alla fine giustizia è stata fatta, con la severa sentenza emessa dal giudice che ha condannato l’imputato a due anni, anche se la pena è stata sospesa.
Graziella Di Giorgio