Partinico. Definitiva la confisca di un immobile del boss Bonomo
Quando era ancora latitante i carabinieri gli confiscarono un patrimonio stimato in 45 miliardi delle vecchie lire, nel 2003 venne rintracciato in Senegal ed arrestato, espatriato in Italia Giovanni Bonomo è morto all’età di 75 anni nel 2010 prima che la condanna divenisse definitiva. Indicato come esponente di vertice del mandamento di Partinico e come uomo di fiducia dei boss Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca, tra i beni confiscati a Bonomo c’è pure l’attuale sede del commissariato di polizia di corso dei Mille, mentre questa mattina è passata definitivamente allo Stato la palazzina di via Roma 228, dove ancora viveva la moglie del defunto boss che ha così dovuto allontanarsi dall’abitazione. Il provvedimento è stato notificato alla vedova Bonomo da personale dell’agenzia dei beni confiscati alla criminalità organizzata e dalla polizia con il supporto dei carabinieri. Quando morì nel 2010 su Giovanni Bonomo pendevano due ordinanze di custodia cautelare per le accuse di omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso, turbativa d’asta ed un’ordine di carcerazione ad 11 anni di reclusione per reati di mafia. Esponente di spicco di Cosa Nostra, negli anni della latitanza, avrebbe continuato a gestire dall’estero i suoi affari, rafforzando i contatti in Sud Africa con Vito Roberto Palazzolo, il terrasinese indicato come il cassiere della mafia corleonese ed oggi in carcere. Tra i beni confiscati 14 anni fa a Giovanni Bonono ci sono uno stabilimento per produrre vino, talvolta usato come base per riunioni della cupola mafiosa, una trentina di appartamenti extra lusso nel centro di Palermo alcuni dei quali ricavati in un palazzo signorile del Settecento, 16 appezzamenti di terreno, titoli ed azioni bancarie. Le indagini si sono poi concentrate pure sul patrimonio dei due figli, ai quali nell’ottobre del 2014 la DIA ha sequestrato preventivamente i beni, che potrebbero essere riconducibili agli affari illeciti del padre.