Balestrate. Cemento depotenziato al porto, sette persone a processo

Cemento depotenziato per costruire alcune strutture del nuovo porto di Balestrate: nel giugno di tre anni fa gli arresti e le misure cautelari, ieri il Gup Sergio Ziino ha deciso i rinvii a giudizio per sette imputati. Processo dal sei ottobre, in tribunale, per Benny Valenza, e altre sei persone fra funzionari e tecnici.
Benny Valenza è un costruttore, coinvolto in una serie di indagini e sottoposto a procedimenti per l’applicazione di misure di prevenzione, ma mai condannato per mafia: è lui il personaggio principale della vicenda. Vanno a giudizio anche il capocantiere Filippo Grancagnolo, con funzionari, professionisti e due componenti della commissione di collaudo statico nominati dalla Regione: si tratta di Leonardo Tallo, Giuseppe Jaforte, Giovan Battista Rubino, Antonino Turriciano, Pietro Sacco. Secondo la ricsotruzione dei pm, Sergio Demontis e Francesco Del Bene, Valenza che è di Borgetto, avrebbe dettato le regole per risparmiare e dunque lucrare sugli appalti, imponendo di mettere più acqua e sabbia e meno cemento. Cosa che avrebbe consentito di guadagnare tra il 20 e il 30 per cento in più: e poco importava se in questo modo venivano violati i capitolati e le norme sulla sicurezza, che le opere pubbliche devono garantire. Nell’inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Partinico e dal gruppo di Monreale, vengono ipotizzati reati che vanno dalla frode in pubbliche forniture alla truffa, dal falso materiale a quello ideologico. Il porto di Balestrate, a lungo imcompiuto, costato oltre 25 milioni di euro, solo nei prossimi mesi potrebbe essere collaudato e aperto. Per arrivare a realizzare i suoi obiettivi, Valenza avrebbe avuto la complicità di Tallo, ingegnere del Genio Civile opere marittime, che aveva poi assunto l’incarico di direttore dei lavori; coinvolti pure i due assistenti di Tallo, Turriciano e Sacco, accusati di avere redatto falsi verbali di prelievo di calcestruzzo. Janforte e Rubino sono invece componenti della commissione di collaudo statico nominati dall’assessorato regionale al turimo e che aveva dato il parere positivo al collaudo. Rubino ha fatto parte di decine di commissioni e ha seguito alcune tra le più importanti opere pubbliche realizzate in provincia. Grancagnolo infine è ritenuto responsabile di avere eseguito un numero inferiore di prelievi di calcestruzzo, rispetto a quanto previsto dalla legge. Gli imputati respingono le accuse: sono assistiti dagli avvocati Giovanni Rizzuti, Roberta Pezzano, Luca Inzerillo, Ninni Regina, Giovanni DI Benedetto, Elisa Candiotta, Pietro Cascio, Francesco Strano Tagliareni e Edigio Francesco La Malfa.
Riccardo Arena- Giornale di Sicilia

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