Inchiesta Agorà, fra gli indagati spunta un commercialista di Partinico
Si sono conslude le indagini e adesso la procura di Palermo si appresta a chiedere il rinvio a giudizio di trentuno persone coinvolte nell’inchiesta sulla compravendita di voti. I nomi più noti sono Nino Dina, Roberto Clemente, Franco Mineo e Giuseppe Bevilacqua. Nell’indagine spuntano adesso tre indagati in più rispetto a quelli che erano emersi a maggio. Secondo quanto riporta LiveSicilia, ci sarebbe anche il nome di un commercialista di Partinico, Domenico Noto, nel fastidioso capitolo dell’inchiesta che riguarda il cibo sottratto ai poveri. Noto è accusato di ricettazione assieme alla moglie Teresa Bevilacqua, sorella di Giuseppe, l’aspirante consigliere comunale di Palermo che avrebbe messo a disposizione del migliore offerente – compresi i tre deputati regionali – il suo pacchetto di mille e 500 preferenze.
I finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria, nell’ottobre 2013, perquisirono la loro abitazione di Partinico e vi trovarono uno scaffale che ricordava quello di un supermercato. C’erano
infatti barattoli di fagioli, lenticchie, confezioni di pasta, fette biscottate e altro ancora. Secondo l’accusa, marito e moglie, avrebbe ricettato il provento del reato di peculato commesso da altri. Abbiamo provato a contattare telefonicamente Domenico Noto per una replica senza ricevere risposta.
E cioè da Giuseppe Bevilacqua che, in concorso con la compagna Anna Ragusa, avrebbe fatto soldi vendendo il cibo destinato agli indigenti dal “Banco delle Opere di Carità”, incaricato di distribuire le derrate alimentari acquistate con i finanziamenti dell’Unione Europea. Ed invece, Bevilacqua avrebbe organizzato in un capannone, a Bagheria, il mercato nero dei prodotti per i poveri. I commercianti facevano la fila per accaparrarsi la merce. I sacchetti con le derrate alimentari che rimanevano venivano vendute agli stessi indigenti a cui dovevano essere forniti gratis.
Nell’inchiesta come come detto sono coinvolti anche Dina, Clemente e Mineo che sono stati scarcerati due giorni essere stati raggiunti dalla misura cautelare. Per i reati che prevedono una condanna fino a tre anni infatti non è possibile disporre la carcerazione.
che schifo di gentaglia!