Alcamo, Bonventre conferma le dimissioni: “impossibile andare avanti serenamente”
Si dimette ufficialmente il Sindaco della Città di Alcamo, Sebastiano Bonventre, in carica dal maggio del 2012, dopo aver informato, durante colloquio personale, della sua decisione irrevocabile, il Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco.
Le dimissioni dalla carica di Sindaco- si legge in un comunicato del comune – operative a far data da domani 6 Giugno 2015,
giungono dopo meditata ed attenta riflessione da parte del Primo Cittadino sugli eventi che hanno accompagnato, in questo triennio, la sua attività amministrativa e degli assessori che lo hanno collaborato, rendendone l’iter un percorso impervio.
Nella lettera di Sebastiano Bonventre che sarà resa integralmente nota domani alle 18 in conferenza stampa, in un passaggio iniziale si legge testualmente “oltre a quattro procedimenti in tre anni e relative sentenze emesse da Tribunali amministrativi sulla legittimità incontrovertibile della mia elezione che, inevitabilmente, hanno condizionato e frenato durante questo periodo l’attività amministrativa (direi con scientifica puntualità), mi giunge un incredibile avviso di garanzia per abuso di ufficio e lesioni personali in merito ad alcune vicende di allontanamento per assenteismo di alcuni lavoratori in carico al Comune. Dall’amministrativo al penale qualunque percorso appare, pertanto, buono per paralizzare regolarmente ogni attività di governo della Città.
A questo si associa una serie inaccettabile di attacchi di ordine personale, tanto vili quanto strumentali, forieri di rabbia e odio che offendono me e la mia famiglia coinvolgendo persino quanti di loro non ci sono più e facendo sempre della calunnia una verità, con l’abituale arroganza autoreferenziale tipica di chi si crede sempre dalla parte della ragione e non si interroga su eventuali dubbi.
Tutto ciò ha fiaccato non poco l’entusiasmo e la volontà di spendermi per la Città e mi ha fatto riflettere sul bisogno di tutelare la serenità della vita dei miei affetti più cari che, come padre e come marito, ho il dovere di difendere.Nessuna fuga da responsabilità, ma sofferenza per l’acredine, le ingiustizie subite, l’impossibilità di portare avanti il mandato in maniera serena, ed è per questo che vado via, avendo rispetto assoluto della valenza etica della carica che non può essere lesa dalla presenza di un sindaco a qualunque titolo sottoposto comunque ad indagini ad opera della Autorità Giudiziaria.
Ho scelto quindi, pur con molta sofferenza interiore e nella consapevolezza amara che ciò potrebbe anche creare dei disagi ai cittadini, di rinunciare al mandato”.