Partinico. Restituito il patrimonio da 6 mln di euro ad Antonino Nania
Ventidue immobili, 58 terreni agricoli tra Partinico, Trappeto, Terrasini, Monreale e un box a Palermo tornano nelle mani del legittimo proprietario, l’imprenditore Antonino Nania 78 anni, presunto boss di Partinico.
Il patrimonio gli era stato sequestrato nell’aprile del 2011 e adesso la sezione misure di prevenzione del Tribunale ha rigettato la richiesta di confisca, perché il patrimonio non è stato accumulato grazie ai legami con Cosa Nostra, bensì con l’attività di imprenditore edile. L’impresa di Nania è infatti iscritta alla Camera di Commercio dal 1958 e secondo una consulenza tecnica “nel periodo compreso tra il 1964 e il 1986 ha prodotto un volume di affari significativo, quantificato in oltre 2,6 milioni di euro”.
Dunque gran parte del patrimonio del settantottenne risale a prima degli anni ’90 e quindi a prima del suo arresto che gli costò una condanna per mafia ed estorsione e tutt’oggi è un sorvegliato speciale.
Fratello di Fifiddu Nania, considerato capomafia di Partinico, Antonino, secondo i giudici ha accumulato il suo “tesoro” lavorando. “Gli accertamenti patrimoniali che portarono al maxi sequestro di beni erano stati condotti per un arco di tempo che copre 20 anni: dal 1987 al 2007, cioè quando il capitale di Nania era già da tempo consolidato; ma in sede di proposta non erano stati forniti dati relativi agli anni precedenti, quando il costruttore esercitava un’attività di tipo imprenditoriale almeno dal 1961”.
Inoltre i magistrati hanno sentito diversi collaboratori di giustizia per capire se Antonino Nania abbia ottenuto appalti pubblici o privati grazie ai suoi contatti con la mafia, arrivando alla conclusione che “non si può affermare che fosse un imprenditore colluso”
fonte: Giornale di Sicilia