Inchiesta Agorà. Tra gli indagati il partinicese Vincenzo Di Trapani: “sono estraneo ai fatti”
I pm avevano chiesto una misura cautelare ma il gip l’ha respinta: c’è pure il nome del partinicese Vincenzo Di Trapani nell’elenco dei 23 indagati dell’inchiesta “Agorà” che ieri ha mandato ai domiciliari i politici Nino Dina, Roberto Clemente, Franco Mineo, Giuseppe Bevilacqua e un finanziere. Di Trapani, bancario di 36 anni, ex consigliere provinciale, nel 2012 si era candidato all’Ars con il PDL e secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini avrebbe versato tre mila euro a Bevilacqua per ottenere voti a Palermo. Di preferenze ne conquistò 1.734 e quindi non riuscì ad entrare all’assemblea regionale. Agli atti dell’inchiesta –si legge sul Giornale di Sicilia- ci sarebbe una conversazione del 28 agosto 2012 in cui il procacciatore di voti rassicura l’aspirante parlamentare. Per il gip Ettorina Contina non è stata necessaria la misura cautelare perché “pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di corruzione elettorale non ci sono esigenze cautelari: l’indagato ha utilizzato risorse proprie per ottenere la promessa di voti da parte di Bevilacqua, è incensurato e non ricopre alcuna pubblica funzione. Ed è da escludersi anche l’inquinamento probatorio”. Contattato dalla nostra redazione Vincenzo Di Trapani ha risposto con un lapidario “dimostrerò la mia estraneità ai fatti nelle sedi opportune”