(Video) Operazione “Pizzo”, vecchio conto da saldare per Vincenzo Carlo Lombardo
Sarebbe per un vecchio conto da saldare con la giustizia, il motivo per cui Vincenzo Carlo Lombardo, 43 anni di Montelepre, stanotte, è finito in manette assieme ad altri tre camporealesi, nel corso dell’operazione antimafia “Pizzo” condotta dai carabinieri del gruppo Monreale.
Su di lui pende l’accusa di estorsione aggravata.
Già arrestato nel 2008, nell’inchiesta Perseo, poi assolto per i reati contestategli, di Vincenzo Carlo Lombardo tornò a parlare il collaboratore di giustizia Gaspare Pulizzi, chiamato a rispondere su uno dei pizzini, trovati nel covo di Giardinello in cui vennero catturati i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, nel quale si evinceva la messa a posto di una ditta di Giardinello.
Le dichiarazioni del pentito, all’epoca, non trovarono i riscontri investigativi necessari che ne potessero comprovare il coinvolgimento.
Adesso, invece, ad inchiodarlo, sarebbe stata la testimonianza del titolare dell’impresa, finita nel “libro mastro” dei boss di Tommaso Natale, che, messo alle strette dagli inquirenti, avrebbe ammesso di essersi piegato al racket e di aver corrisposto, a Vincenzo Carlo Lombardo, una mazzetta da 10 mila euro, per la costruzione di 5 villette in contrada Paterna a Terrasini.
La collaborazione dell’imprenditore edile, grazie all’appoggio di Addiopizzo, viene definita “decisiva”, dal comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe De Riggi, per incastrare Vincenzo Carlo Lombardo, appartenente alla nota omonima famiglia mafiosa di Montelepre, ma, recentemente senza alcun ruolo attivo all’interno della stessa, così come si evince anche dalle indagini dell’operazione Nuovo Mandamento che, tra aprile e ottobre del 2013, portò in carcere complessivamente 61 persone.
In manette, nel blitz dei carabinieri di stanotte, è finito pure Raimondo Liotta, 49 anni, accusato di avere occultato il cadavere del venditore ambulante ucciso durante le guerra per il potere a Camporeale.
Per estorsione, invece, sono stati arrestati pure Antonino Cusumano e Giuseppe Tarantino. Questi ultimi avrebbero chiesto, ed ottenuto, il pizzo da un imprenditore impegnato a Camporeale in un appalto pubblico per la costruzione di una strada. In questo caso l’ammontare della cifra estorta avrebbe raggiunto i 15 mila euro.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Maria Pino su richiesta dei sostituti procuratori Francesco Del Bene, Sergio Demontis, Amelia Luise e Daniele Paci nonchè dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi.
Gli arresti di oggi sono una costola delle indagini delle tre diverse tranche dell’operazione Nuovo Mandamento, quello di Camporeale che aveva inglobato quelli di Partinico e San Giuseppe Jato.
I clan mafiosi avevano creato un organismo gerarchicamente superiore, con l’obiettivo di coordinare le attività delle varie famiglie. L’inchiesta della Procura è già sfociata in una raffica di condanne. Il collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi raccontò ai pm i retroscena dell’omicidio Billitteri.
Il pentito aveva pure condotto i carabinieri del Gruppo di Monreale, guidati dai colonnelli Pierluigi Solazzo e Mauro Carrozzo, nel punto dove sarebbe stato seppellito il cadavere. Neppure gli escavatori, però, servirono a riportare alla luce i resti. L’ipotesi è che qualcuno abbia spostato il corpo. Per il delitto è stato condannato a vent’anni Francesco Lo Cascio. Altri tre imputati sono sotto processo in Corte d’assise: Giuseppe Lucido Libranti, Giuseppe Lombardo, fratello di Vincenzo Carlo finito in manette stanotte, e Giuseppe Antonio Vassallo.
Segui le interviste al Sostituto Procuratore Francesco Del Bene e al Tenente Colonnello Pierluigi Solazzo.