“Irregolarità nei controlli della carne e rapporti con carinese accusato di mafia”. Sequestrati beni a funzionario Asp
Ci sarebbero numerose irregolarità nei controlli effettuati sulle qualità delle carni che finiscono sulle nostre tavole. E’ quanto avrebbero accertato gli agenti della Polizia di Palermo che hanno scoperto una serie di anomalie nelle verifiche, che di norma, dovrebbero essere effettuate dal Dipartimento di prevenzione veterinario, dell’Azienda Sanitaria Provinciale. 29 persone sono sotto inchiesta tra funzionari, dirigenti dell’Asp ed imprenditori del settore alimentare. Hanno già ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e potrebbero essere sottoposte a processo. Sono accusate di reati contro la pubblica amministrazione e di violazione della normativa a tutela della salute pubblica nella commercializzazione di alimenti, in particolare sulla qualità delle carni. Al centro dell’inchiesta che si divide in due filoni, c’è Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo, nonché presidente dell’Ordine dei medici veterinari della Provincia.
Da una parte è indagato per concussione, abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata, reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni. Nella seconda parte dell’inchiesta deve rispondere invece del rapporto con un esponente della famiglia mafiosa di Carini, Salvatore Cataldo, per interposizione fittizia di beni per eludere indagini di tipo patrimoniale. Il sistema è stato scoperchiato grazie alla denuncia di un medico veterinario che ha segnalato diverse illegalità nella gestione dipartimento veterinario.
Secondo la Digos, che ha condotto le indagini con l’ausilio delle intercettazioni, ci sarebbe un sistema di rapporti, a livello imprenditoriale, intrattenute dal funzionario pubblico con il carinese Salvatore Cataldo. Il direttore del dipartimento veterinario Giambruno avrebbe infatti tutelato gli interessi dell’allevatore che avrebbe voluto commercializzare capi di bestiame infetti. Circostanza che è stata accertata da una consulenza tecnica disposta dalla Procura che ha verificato la presenza di lensioni infette su alcuni bovini pronti per la commercilizzazione al dettaglio. L’intervento della Polizia avrebbe fortunatamente scongiurato l’immissione nel mercato delle carni nocive per la salute pubblica. La Polizia ha eseguito inoltre un provvedimento di sequestro per diversi milioni di euro che comprende conti correnti e aziende intestati al funzionario dell’Asp o ai suoi familiari. Tra queste la Penta Enginering Immobiliare srl di Palermo, la Marina di Carini e la Unomar di Carini. La documentazione sequestrata nell’abitazione e nell’ufficio di Giambruno avrebbe consentito di individuare le compartecipazioni societarie tra la famiglia del dirigente dell’Asp e la famiglia di Cataldo, condannato per mafia. In particolare secondo gli investigatori Giambruno si sarebbe fatto garante nei confronti di Cataldo per movimentare assegni per concludere affari in comune. Tra i numerosi titoli di credito sequestrati nell’abitazione del funzionario spiccano quelli emessi da una società di Carini riconducibile alla famiglia mafiosa dei Pipitone, con la quale il dipendente pubblico avrebbe concluso affari immobiliari e per l’acquisto di uno stabilimento industriale. Anche in questo caso la trattativa intrapresa da Cataldo si sarebbe concluisa grazie alla garanzia resa dal funzionario dell’Asp che averebbe emesso assegni dal suo conto corrente personale. Altri casi riscontrati riguardano false certificazioni rilasciate per consentire ad un azienda di prodotti dolciari di Carini e una di prodotti ittici di Lampedusa di poter esportare i prodotti all’estero.