Il milionario giro di affari di Giambruno con l’imprenditore carinese Cataldo
Sarebbero tanti i “segreti” finanziari di Paolo Giambruno su cui stanno cercando di fare luce gli investigatori che hanno portato via documenti e computer dall’abitazione e dall’ufficio del dirigente del Dipartimento veterinario dell’Asp di Palermo.
Live Sicilia scrive che ” I segreti potrebbero essere contenuti nei file del pc del dirigente dove i poliziotti della Digos avrebbero scoperto quella che viene definita “una contabilità occulta e parallela”.
Vi sarebbero annotate cifre che lo stesso Giambruno avrebbe catalogato alla voce “In Nero” .
Sotto la lente di ingrandimento, ci sono i rapporti fra il dirigente medico e Salvatore Cataldo, già condannato per mafia.
Il conto corrente di Giambruno avrebbe movimentato in pochi anni qualcosa come “43 milioni di euro, sia in entrata che in uscita, con un picco nell’anno 2006, quando gli accrediti e gli addebiti di conto corrente avrebbero superato, , nell’anno, i 20 milioni di euro”.
Nel 2011 gli uomini della Digos perquisirono le sedi legali delle società “Penta Engineering Immobiliare srl” e “Carini Yachting spa” (la prima è fra le aziende sotto sequestro ndr) e la casa di Giambruno dove trovarono una serie di assegni intestati alle ditte DCC srl e A.J.F. srl, entrambe di Carini e riconducibili la prima a Cataldo e la seconda alla famiglia mafiosa dei Pipitone. Peraltro Cataldo e Giambruno figuravano nella compagine societaria della Penta costituita nel 2004. Entrambi salirono a bordo dell’aereo che il 15 febbraio 2006 li condusse a Roma per la stipula del preliminare di compravendita di un terreno industriale a Carini.
Sarebbero solo alcuni degli incroci fra Giambruno e Cataldo, ritrovati soci nella Isilat srl che, sempre a Carini, avrebbe eseguito negli anni una serie di compravendite di terreni e immobili.
Nel 2008 arrivarono le dichiarazioni del pentito del clan di San Lorenzo, Gaspare Pulizzi, ad inguaiare Cataldo, definito “vicinissimo alla famiglia mafiosa ed in particolare ai Pipitone”. Per Cataldo scattarono le manette che non fermarono, però, secondo l’accusa, “le relazioni” con il dirigente veterinario.
L’imprenditore di Carini, Massimo Carollo, pure lui indagato perché, in quanto titolare della Dolce Carollo srl, avrebbe ricevuto da Giambruno la soffiata sull’arrivo dei controlli dell’Asp sull’azienda dolciaria, nel 2012 avrebbe detto agli inquirenti di avere messo Giambruno in guardia sulla caratura mafiosa di Cataldo. Non solo: dopo l’arresto dell’uomo considerato legato al clan di Carini, Giambruno si sarebbe rivolto al figlio Giuseppe per ristrutturare un capannone acquistato dalla Penta Engineering nella zona industriale di Carini. Segno, pure questo, che confermerebbe la continuità dal 2005 al 2013 dei rapporti e degli interessi fra Giambruno e Cataldo.
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