Estradato in Italia l’underboss della famiglia newyorchese “Gambino”, Francesco Palmeri
Estradato dagli Stati Uniti d’America, Francesco Palmeri, detto ‘Ciccio l’americano’, considerato in numero 3 della famiglia mafiosa dei Gambino.
Il personaggio di spicco di “Cosa Nostra”, è’ arrivato questa mattina in Italia, all’aeroporto di Fiumicino, e, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è stato trasferito dalla Polizia di Stato nel carcere di Rebibbia.
Francesco Palmeri, era stato arrestato a New York lo scorso mese di dicembre, ed e’ indicato dalle autorità statunitensi come under boss affiliato al noto clan mafioso italoamericano dei “Gambino”. L’uomo viveva sulla Bath Avenue a Brooklyn, per i Gambino – tra le altre cose – riciclava gioielli rubati attraverso la sua gioielleria Gold Mine.
L’operazione antimafia di dicembre scorso, portò in carcere otto persone con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. I provvedimenti di custodia cautelare in carcere furono eseguiti in Basilicata, Campania, Sicilia, Lombardia e Stati Uniti d’America e riguardarono, oltre a Francesco Palmeri, anche Salvatore Farina di Castellammare del Golfo, figlio del boss Ambrogio, Giovanni Grillo, Michele Amabile, Daniele Cavoto, Francesco Vonella e Raffaele Vanella, quest’ultimo in carcere negli Stati Uniti.
Il ruolo di ‘Ciccio l’americano’- secondo quanto ricostruito dagli investigatori – era emerso fin dal principio dell’inchiesta quando, nell’ambito di un’indagine internazionale coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dall’Eastern District di New York, furono intercettate diverse conversazioni telefoniche con alcuni indagati di quel procedimento.
Palmeri fu inviato in Italia dai Gambino per intimorire un imprenditore materano, Lorenzo Marsilio, amministratore lucano della Sudelettra spa, e indurlo così a pagare un milione di euro, a titolo di interessi per un vecchio ‘prestito personale’ concessogli anni prima. L’uomo mafioso si affidò a un gruppo di malavitosi campani, che avevano collegamenti a New York, attraverso un loro capo, ormai da anni residente nel quartiere di Brooklyn.
Agenti della Squadra mobile di Matera e del Servizio centrale operativo hanno eseguito l’ordinanza emessa nel dicembre del 2014 dal Gip di Potenza, su richiesta della Procura distrettuale antimafia del capoluogo lucano, che ne ha poi chiesto l’estradizione, a seguito degli episodi di estorsione che gli vengono contestati.