Associazioni e movimenti per l’acqua scrivono a Mattarella: “sia rispettato il referendum”

“Per riavvicinare i cittadini alle istituzioni è necessario intendere la politica come servizio al bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti.” Inizia così la lunga lettera che associazioni e movimenti per l’acqua hanno inviato al presidente della Repubblica Sergio Matterella. Riprendendo le parole dello stesso Capo dello Stato, pronunciate dopo la sue elezione, le associazioni Peppino Impastato e Casa Memoria, il Cepes e Forum dei movimenti per l’acqua, chiedono che questo venga realizzato, che le regole vengano rispettate.

A partire dal risultato del referendum del 2011, quando 27 milioni di italiani votarono per la ripubblicizzare dell’Acqua e della relativa Gestione dei Servizi, per il blocco delle Centrali Nucleari e l’apertura, quindi, alle Energie Rinnovabili. “Carissimo Presidente sono passati tre lunghissimi anni e uno dei fondamentali principi costituzionali viene violato per assicurare ai privati ulteriori profitti con lo sfruttamento del bene più prezioso della terra.
Nella nostra Sicilia, e non solo, tutte le Società per Azioni, rette dai privati – si legge nella missiva – pur essendo in liquidazione per fallimento, continuano a sopravvivere di proroga in proroga. Di contro i cittadini sono costretti a subire tariffe in continuo aumento e servizi idrici fatiscenti. Effetti che si interconnettono con la costosissima gestione della Raccolta Rifiuti, con il degrado ambientale e con i relativi rischi sulla salute pubblica. Signor Presidente, Lei sa benissimo che nella nostra Provincia di Palermo, così come in tutta la Sicilia, le emergenze si estendono inesorabilmente in altri settori ambientali: dalla emergenza rifiuti, che le gestioni commissariali dell’ATO Palermo (1 e 2) non riescono a risolvere, all’inquinamento atmosferico, che compromette la salute dei cittadini di Partinico e dintorni a causa delle emissioni in atmosfera della Distilleria Bertolino; dall’inquinamento del Torrente Nocella, recettore di liquami per la fatiscenza e/o per l’inesistenza dei depuratori comunali, alla cattiva gestione dell’Invaso Poma che, a causa delle condotte ridotte a colabrodo, non riesce ad assicurare l’irrigazione adeguata nelle campagne.

La nostra è una lettera accorata ma fiduciosa e convinta che un’altra politica può essere attivata nella nostra e Sua Sicilia. Attendiamo non tanto una risposta burocratica ma un Suo rapido intervento sia per scuotere il torpore di chi governa e sia per non rigettare la Sua-Nostra Sicilia definitivamente nella spirale mortale delle privatizzazioni.”

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