Ecco il piano di Amap per gestire l’acqua in provincia

In fase di definizione l’accordo tra Crocetta e Orlando per affidare le reti idriche ad Amap, la società della città di Palermo che si dovrebbe occupare a breve anche dell’erogazione dell’acqua nei comuni della provincia. Il piano prevede che i 42 comuni, prima gestiti da Aps e non in grando di gestire il servizio da soli, acquistino le quote di Amap lasciando comunque la maggioranza al municipio di Palermo. Un’operazione che deve essere avviata entro il 31 marzo attraverso apposite delibere votate in consiglio comunale.

L’obiettivo è quello completare il tutto entro il 30 settembre. Intanto a partire dal primo marzo sarà comunque Amap a gestire le reti, con la formula dell’affitto del ramo di azienda della fallita Aps. Per fare questo l’assessore all’energia Vania Confraffatto ha concesso otto milioni di euro alla società palermitana per partire. Amap chiede un affidamento trentennale del servizio per poter rientrare con le spese. Solo per il primo anno, si calcolano infatti perdite per 4 milioni, considerando che ogni mese servono 600mila euro per gli stipendi e 400mila di sola corrente elettrica, per non parlare di quanto serve per manutenzione e investimenti. L’Ato idrico però avrebbe frenato sulla possibilità di affidare il servizio per un così lungo periodo. La questione sarà affrontata in un apposita riunione tra tutti i soggetti interessati che si terrà oggi a Palazzo Comitini. Amap chiede inoltre una revisione delle tariffe all’ingrosso, la cessione gratuita delle reti e deroghe per gli impianti non a norma.

La società nel suo piano industriale prevede pure una lotta serrata ai morosi con una lettura a tappeto dei contatori nei primi tre mesi. Basti pensare che nel 2012 Aps registrava un tasso di morosità del 50%, che dovrà scendere al 30 dopo il primo anno. Saranno garantiti tutti i lavoratori ma sarà dismessa la sede di Via Ugo La Malfa a Palermo. Si prevede poi una messa a norma degli impianti elettrici e di sollevamento. In caso contrario non se ne farà nulla, a partire proprio dal primo marzo e la Regione sarà costretta a trovare una nuova soluzione.

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