Carini, nuovo colpo alla famiglia Pipitone: 5 arresti

Nuovo colpo alla famiglia mafiosa del boss Angelo Pipitone (nella foto) 72 anni di Carini, detenuto dal settembre scorso e per il quale è stata emessa un’altra ordinanza di custodia cautelare nell’ambito della nuova inchiesta “Destino 2”.
Il blitz dei carabinieri coinvolge altre quattro persone, tutte donne, per le quali è stata disposta la misura dei domiciliari. Arresti in casa per Franca Pellerito 66 anni, moglie del boss Pipitone e per le due figlie, Epifania, 35 anni (già sottoposta ai domiciliari), e Graziella 44 anni, nonché per Angela Conigliaro 45 anni, quest’ultima coinvolta nell’operazione di settembre scorso per per essersi intestata le quote sociali di un’azienda riconducibile all’anziano boss di Carini, e successivamente scarcerata. Devono rispondere di trasferimento fraudolento di valori ed il favoreggiamento reale.
Grazie all’inchiesta “Destino” erano stati scoperti gli autori dell’incendio doloso di una stalla nelle campagne di Carini e dell’uccisione a colpi di arma da fuoco di alcuni animali. Danneggiamenti che sarebbero stati commessi a scopo estorsivo la notte di capodanno 2013. Gli investigatori, inoltre attraverso interrogatori e intercettazioni, erano riusciti a ricostruire anche una fitta rete di prestanome, grazie ai quali il boss Pipitone, pur trovandosi recluso dal gennaio 2007, riusciva a gestire e ad accrescere un immenso patrimonio occulto, fatto di ville, terreni, fabbricati industriali e società.
L’inchiesta “Destino 2” in parte richiama le vicende emerse, durante la prima fase dell’indagine, relativamente alla vendita di una lussuosa villa di Mondello riconducibile alla famiglia Pipitone e intestata di fatto ad un prestanome.
In particolare, gli inquirenti sono riusciti a dimostrare le “pressioni” esercitate sull’acquirente della villa dalla moglie del boss e da una delle figlie, per assicurare la riscossione dell’intero importo dell’operazione (ammontante a circa 1,3 milioni).
E’ stata fatta poi luce sulle operazioni volte all’intestazione fittizia ad Angela Conigliaro (già amministratore unico della società “Il Girasole s.r.l.”, riconducibile ai Pipitone) di un terreno a Carini, del valore di 250mila euro, di fatto riconducibile alla stessa famiglia mafiosa. Gli investigatori hanno ricostruito le varie fasi della trattativa per l’acquisto del terreno, con il coinvolgimento di un avvocato che avrebbe prestato la propria opera professionale per la stipula di atti negoziali relativi alla compravendita del bene, con la consapevolezza di aver agito nell’interesse di Pipitone.