Alcamo. Lo Stato nega il risarcimento a Giuseppe Gulotta
Giuseppe Gulotta, accusato della strage di Alcamo Marina, e’ riuscito ad avere giustizia dopo aver trascorso 22 anni in carcere per un errore giudiziario.
L’uomo ha chiesto il risarcimento per tutti gli anni rubati alla sua vita ma lo Stato glielo nega perche’ Gulotta, allora 18enne, firmò una confessione in cui si autoaccusava.
Ma quella firma la mise dopo essere stato picchiato e torturato dai carabinieri per un’intera notte.
Il 27 gennaio 1976 due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta vennero trucidati nella caserma della località balneare. Dell’eccidio oltre a Gulotta furono accusati pure Giuseppe Vesco (morto misteriosamente in carcere), Giovanni Mandalà, bottaio di Partinico (deceduto nel ’98 per un male incurabile), Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Sant’Angelo. Tutti assolti nel processo di revisione.
Il legale di Gulotta, l’avvocato Baldassare Lauria, a seguito della sentenza di assoluzione, aveva chiesto 56 milioni di euro che lo Stato si rifiuta di dare.
No quindi al risarcimento, nonostante Giuseppe Gulotta sia stato proprio vittima dello Stato. Condannato all’ergastolo, ha trascorso ventidue anni in carcere da innocente. Confessò una strage che non ha mai commesso, dichiarazioni estorte con la violenza. Gulotta come gli altri fu torturato dai Carabinieri e firmò la sua condanna. Poche ore dopo al giudice lo disse che era innocente, ma non fu creduto. C’è voluto oltre un trentennio per far affiorare i sensi di colpa in un Carabiniere che ha raccontato la verità su quella notte: “furono tutti torturati” –ammise.
Vite distrutte per un clamoroso errore giudiziario. Nonostante ciò, l’Avvocatura dello Stato ha deciso che Giuseppe Gulotta non ha diritto a nessun risarcimento.