Acqua inquinata. Il sindaco: “sono sereno, errore dei dipendenti comunali”

Un’indagine interna al comune di Partinico per individuare le eventuali responsabilità dei ritardi nella comunicazione tra l’ufficio di segretaria e il sindaco Salvo Lo Biundo. Ad avviarla sarebbe stato lo stesso primo cittadino, finito nel mirino dei partiti di opposizione per il ritardo con cui ha firmato l’ordinanza che vieta la potabilità dell’acqua. Alla base di quanto accaduto, secondo quanto trapela dal municipio, ci sarebbe un difetto di comunicazione tra l’ufficio di gabinetto e il sindaco che avrebbe visto con sei giorni di ritardo la comunicazione dell’Ato idrico che informava sulla contaminazione dell’acqua. In queste ore si sta cercando di stringere il cerchio attorno ai responsabili. Non si esclude che le colpe siano di un “dipendente distratto”, ma attualmente non ci sono conferme sui provvedimenti che l’amministrazione potrebbe adottare in tal senso nei suoi confronti.

Il Salvo Lo Biundo, che si dice amareggiato per quanto sta accadento in questi giorni. Allo stesso tempo però il primo cittadino afferma di essere sereno e di non avere responsabilità; Lo Biundo sostiene di essere venuto a conoscenza della comunicazione dell’Ato idrico soltanto il 5 gennaio, data in cui ha firmato l’ordinanza che vieta il consumo per uso umano dell’acqua. Le responsabilità, prosegue Lo Biundo, vanno ricercate tra i dipendenti comunali e perciò che ho già avviato un’indagine interna per stabilire chi ha sbagliato in questa vicenda. Sulle dichiarazioni dell’opposizione consiliare, il sindaco di Partinico replica affermando “questi consiglieri denigrano la mia immagine e fanno solo ostruzionismo”. Salvo Lo Biundo ha intanto convocato una conferenza stampa per domani mattina alle 11.00 al palazzo di città.

Intanto ieri l’Azienda Sanitaria Provinciale ha effettuato i campionamenti sull’acqua del pozzo Ramo. E’ stato già effettuato l’esame microbiologici mentre oggi sarà effettuata l’analisi batteriologica. I risultati si dovrebbero consocere lunedì. Fino a quel momento permane l’ordinanza di divieto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture