Muore a 39 anni in ospedale, i parenti: “ritardi al pronto soccorso”
La procura indaga sulla morte di un uomo di 39 anni, Salvatore Manzella, avvenuta la notte scorsa nel reparto di Medicina dopo un intervento in endoscopia allo stomaco. Secondo i parenti, ci sarebbero responsabilità dei medici del pronto soccorso e hanno presentato un esposto alla polizia. Per i sanitari, invece, a causare il decesso dell’uomo, padre di due figli, cirrotico, sarebbe stata un’emorragia.
“E’ arrivato la sera del 5 gennaio al pronto soccorso – spiegano i familiari – e gli è stato dato il codice giallo. Ha aspettato oltre tre ore, ma aveva troppi pazienti davanti a lui e così, dato che era tardi e in sala d’attesa c’era freddo, ha preferito rientrare a casa per tornare in ospedale l’indomani mattina. Stavolta gli è stato attribuito il codice rosso ed è stato ricoverato”. L’uomo è morto intorno alla mezzanotte di ieri, dodici ore dopo un intervento in endoscopia effettuato per frenare l’emorragia esofagea.
I parenti e gli amici di Manzella puntano il dito sui tempi trascorsi in attesa al pronto soccorso. Secondo loro le condizioni erano già gravi la sera del 5. “E’ stato fatto il possibile – spiegano dall’ospedale – Il paziente era seguito dal Cervello in day hospital. Il decesso sarebbe stato causato dalle sue condizioni cliniche risultate critiche e culminate in un’emorragia risultata poi fatale”. Manzella si era recato il 29 dicembre a una visita di controllo nel reparto di Gastroenterologia, dove era seguito. In quella occasione era stata eseguita un’endoscopia con la legatura delle varici esofagee. Si sarebbe sentito male la mattina del 5 gennaio e – secondo i testimoni – avrebbe chiamato un medico dell’ospedale per sapere come comportarsi. Il medico gli avrebbe suggerito di recarsi nell’ospedale più vicino, ma lui si trovava a Catania e ha preferito fare il viaggio di ritorno in auto per recarsi a Palermo.
‘ arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Cervello la sera del 5 gennaio alle 20,40 e gli è stato attribuito il codice giallo, ma a una seconda rivalutazione degli infermieri del triage avvenuta qualche ora dopo, l’uomo non avrebbe risposto. Il referto riporta l’allontanamento volontario. La mattina successiva, alle 9,40, si è ripresentato al pronto soccorso ed è stato visitato dopo 10 minuti. E’ stato sottoposto agli esami e ricoverato in Medicina, dove è stato subito fatto l’intervento per frenare l’emorragia. In un primo momento le condizioni post-intervento sembravano stabili, ma la notte tra il 7 e l’8 gennaio la situazione è precipitata. Inutili i tentativi di rianimarlo.
Dopo l’esposto dei parenti, la procura ha aperto un fascicolo. Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati.