Il giudice Falcone “condannato a morte” nell’estate del 1983

“La decisione di uccidere il dottor Giovanni Falcone fu presa dopo l’attentato al giudice Rocco Chinnici, avvenuto il 29 luglio 1983. Ci furono vari tentativi, poi andati a vuoto, e quindi diversi rinvii per motivi interni a Cosa Nostra. Poi si arrivò all’attentato del 23 maggio 1992, in cui Falcone fu ucciso”.

pentito bruscaLo ha detto, collegato in videoconferenza, il pentito di mafia Giovanni Brusca, interrogato dal pubblico ministero Angela Pietroiusti, durante la deposizione come teste al processo per la strage del treno rapido 904 Napoli-Milano del 23 dicembre 1984, in corso davanti alla Corte d”Assise di Firenze, che vede come unico imputato Toto Riina, accusato di esserne il mandante.

Sia l’attentato a Chinnici che quello preparato per Falcone, ha ricordato Brusca, facevano parte della strategia di Cosa Nostra “per fermare l’attacco giudiziario” dei magistrati del pool antimafia di Palermo impegnati nell’istruzione del maxiprocesso che avrebbe portato alla fine del settembre del 1984 a 366 ordini di custodia cautelare, scaturiti anche da dichiarazioni di pentiti, in primo luogo di Tommaso Buscetta.

La strage del treno rapido 904 del 23 dicembre 1984 fu la prima “reazione” di Cosa Nostra agli arresti ordinati da Falcone e dal pool palermitano poco più di due mesi prima. Brusca ha quindi parlato delle varie strategie adottate dagli uomini agli ordini di Riina per neutralizzare l’opera della magistratura, tra l’altro “cercando di addomesticare i giudici” ed anche i politici, “per contrastare le ipotesi accusatorie”, magari tentando anche di “aggiustare i processi”, per evitare gli ergastoli, magari anche inquinando le prove per ostacolare “il normale iter processuale”.

In questa strategia trovò spazio anche l”attentato del 2 aprile 1985 al giudice Carlo Palermo con un’auto carica di tritolo. “E c’era una strategia offensiva di carattere violento – ha concluso Brusca –Si andava per le vie criminali, uccidendo i magistrati e chi non si metteva a disposizione”.

 

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