Duro scontro tra l’ex dirigente Quartuccio e il sindaco Lo Biundo
Botta e risposta al vetriolo tra l’architetto Vincenza Quartuccio e il sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo dopo la rimozione della funzionaria comunale da caposettore dei servizi ambientali e manutenzione.
In un duro comunicato l’ex dirigente, smentendo le dichiarazioni del primo cittadino sul fatto che il suo comportamento avrebbe “penalizzato il municipio e la popolazione in materia di smaltimento dei rifiuti” precisa che, “al contrario, nessuna gara poteva indire in assenza degli atti (Aro + capitolato speciale di appalto + schema di bando di gara) regolarmente approvati dal consiglio comunale.
Atti –aggiunge- che la responsabile del procedimento, con note dello scorso 28 novembre dichiarava di avere in avanzato stato di attuazione e che con nota del successivo 18 dicembre dichiarava che, per l’inesperienza, le difficoltà riscontrate, in assenza di consulenze professionali specifiche, per la cura e l’attenzione da porre in considerazione della delicatezza e della strategità dell’appalto di che trattasi, potevano essere completati non prima di 30 giorni”.
Così, l’architetto Quartuccio conclude: “l’Aro è solo un pretesto: a mio parere le motivazioni della mia rimozione vanno ricercate nella diffida e contestazione del sindaco da me ricevuta lo scorso 14 novembre, a porre in essere immediatamente le procedure per l’affidamento dei contratti di nolo a freddo a supporto dell’Ato rifiuti, da me non avviate in assenza di apposito atto di indirizzo mai pervenuto, dell’organo competente, comportando tale nuovo contratto una modifica del rapporto contrattuale con l’Ato diversamente impossibile a farsi”.
“L’architetto Quartuccio –replica il sindaco Salvo Lo Biundo- non può scaricare a un altro funzionario le responsabilità della non presentazione dell’Aro, visto che già gli atti erano stati presentati dal settore di riferimento di cui lei era la dirigente e, dunque dovevano essere firmati anche da lei. Nonostante dica che il responsabile del procedimento non ha le competenze, è lei ad avere una culpa in vigilando, in quanto, nella qualità di responsabile del settore, doveva vigilare sull’operato degli altri dipendenti e risolvere le perplessità dei funzionari.
La sua colpa è di non avere trovato alcuna soluzione.
Quando a giugno ha accettato l’incarico di responsabile del settore ambiente –conclude il sindaco Lo Biundo-, se non era nelle condizioni professionali di poterlo svolgere doveva rinunciare al mandato da me affidatole”.
Graziella Di Giorgio