Cadavere nel pozzetto dell’Enel, ai raggi X il cellulare di Scrivano

L’ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri della compagnia di Carini è che l’uomo trovato morto dentro un pozzetto stava rubando cavi elettrici. La presenza di Angelo Scrivano 44 anni, residente in via Celona a Palermo, dentro un pozzetto dell’illuminazione pubblica era stata segnalata da alcuni residenti del Villaggio Sommariva a Capaci. C’era un uomo con la testa in giù avevano detto al 112 e ai vigili del fuoco.

Non è ancora chiaro se ad ucciderlo sia stata una scarica elettrica o una brutta botta in testa.

Quello che sembra dalle prime indagini è che Scrivano stesse cercando di portare via dall’impianto dell’illuminazione pubblica i cavi di rame. Nella zona i militari hanno trovato altri pozzetti aperti. Pare che già alcuni metri di fili elettrici fossero stati sfilati dalle canalette. Quello che risulta ai militari e che Scrivano era arrivato con la sua auto in contrada Zarcate. La Fiat Punto è stata trovata nei pressi.

L’uomo si è messo all’opera, ha iniziato ad aprire le botole dell’impianto. Poi l’imprevisto.

Il magistrato di turno dopo l’ispezione sul corpo eseguita dal medico legale ha disposto l’autopsia che sarà eseguita all’Istituto di medicina legale del Policlinico nelle prossime ore. Sarà quello l’esame che chiarirà la causa del decesso di Scrivano.

Indizi utili per le indagini potrebbero arrivare dal suo cellulare.

Già ieri gli investigatori hanno sentito familiari e conoscenti, anche se nessuno fino ad ora ha fornito particolari interessanti.

Saranno anche controllate alcune telecamere piazzate in zona, all’ingresso di Capaci e dentro l’autostrada, forse hanno ripreso il passaggio della Fiat Punto guidata dall’uomo.

gds.it

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