Bustarelle, pranzi, bollette, messe in suffragio: le spese pazze dell’Ars, in 7 a giudizio
La Corte dei conti ha citato in giudizio sette capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana per le “spese pazze” della passata legislatura. Tra il 2008 e il 2012, secondo la Guardia di finanza, sarebbero state rendicontate somme spese per iniziative politiche o per esigenze personali che non possono essere ricondotte a “fini istituzionali” oppure non sono comunque giustificate.
I sette citati in giudizio, scrive l’edizione palermitana di Repubblica, sono chiamati a rispondere di un danno erariale di circa due milioni.
Il danno maggiore, per circa 700 mila euro, è contestato a Francesco Musotto, ex capogruppo del Movimento per le Autonomie (Mpa). Tra le spese “non giustificate” anche 45 mila euro che Musotto sostiene di avere consegnato in una busta all’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il quale però ha negato di avere ricevuto denaro dal gruppo parlamentare del Movimento.
All’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, sono contestate spese per 500 mila euro che comprendono i pranzi dei deputati alla bouvette e le anticipazioni per bollette varie.
A 407 mila euro ammonta la spesa contesta a Rudy Maira (Udc, poi Pid): la Procura generale della Corte dei conti gli contesta, tra l’altro, l’erogazione di un’offerta per cinque messe di suffragio in memoria del padre dell’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio.
Sono stati citati anche Innocenzo Leontini (Pdl, 110 mila euro), Giambattista Bufardeci (Grande Sud, 62 mila euro), Cataldo Fiorenza (Mpa, 31 mila euro) e Cateno De Luca (Gruppo misto, 4 mila euro).
Sulle “spese pazze” dei gruppi regionali indaga anche la Procura della Repubblica.