AnsaldoBreda, badge disabilitati e incertezza per il futuro occupazionale
Quarantacinque lavoratori dell’AnsaldoBreda di Carini sono stati trasferiti nelle sedi di Napoli e di Reggio Calabria.
Dovevano prendere servizio già questa mattina ma l’azienda avrebbe inviato dei telegrammi soltanto sabato e non tutti gli interessati avrebbero ricevuto la comunicazione.
Stamani si sono presentati nella fabbrica carinese ma i loro badge risultavano già disabilitati.
L’intenzione di non partire per le destinazioni assegnate, era stata già manifestata dopo il vertice a Roma dello scorso 15 gennaio tra AnsaldoBreda e sindacati, che avevano dichiarato: “è il segnale che l’azienda non intende più attribuire commesse a Carini e soprattutto indica che non c’è un futuro delineato per questo stabilimento”.
I 160 lavoratori questa mattina sono scesi in piazza a Palermo con un presidio davanti alla Regione, per chiedere al governo siciliano di assumere una posizione chiara e decisa, quindi di intervenire sulla vertenza.
“La situazione è drammatica –spiega Alessandro Bucoli, RSU Fiom Cgil-. L’azienda ci intimisce con questi telegrammi, non sappiamo se è peggio per chi parte o per chi resta”.
E la Cgil di Palermo per voce del segretario Enzo Campo, chiede un tavolo regionale per discutere della presenza e delle possibilità di sviluppo di AnsaldoBreda a Carini.
Sulla vicenda interviene pue l’Arcivescovo di Monreale, Mons. Michele Pennisi, che facendo seguito alla Messa di Natale celebrata con i lavoratori dello stabilimento carinese insieme al direttore dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Monreale don Angelo Inzerillo, intende manifestare la sua vicinanza e solidarietà per i recenti trasferimenti di personale in altre sedi. Comprendendo che le politiche aziendali oggi impongono scelte pesanti, Mons. Pennisi chiede in modo accorato, che non si trascuri il rispetto delle esigenze delle famiglie che già sono chiamate ad affrontare tante difficoltà.