Acqua inquinata, ordinanza in ritardo: Lo Biundo denunciato a Polizia e Prefettura
Finiscono al Commissariato di Polizia e sul tavolo della Prefettura le carte che e riguardano la questione dell’acqua inquinata a Partinico. Ieri pomeriggio i consiglieri comunali Gianluca Ricupati e Valentina Speciale, del gruppo Cambiamo Partinico, il presidente di Rifondazione Comunita Toti Costanzo e un libero cittadino, hanno presentato una formale denuncia alla Polizia di Stato.
Nove consiglieri comunali inoltre hanno segnalato la situazione al Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo. A firmare il documento i consiglieri Michele Chimenti, Francesco Gioiosa, Salvatore Rappa, Mauro Lo Baido, Francesco Lo Iacono, Salvatore Rappa, Salvatore Governanti, Rosetta Guida, Gianluca Ricupati e Valentina Speciale. In entrambi i casi, sono stati allegati i documenti a sostegno di quanto denunciato. A partire dalla nota dell’Ato idrico arrivata al comune di Partinico il 30 dicembre e insolitamente protocollata il 2 gennaio, nella quale si segnalavano parametri microbiologici anomali nell’acqua e dunque la non idoneità al consumo umano. Il secondo documento è quello dell’Azienda Sanitaria Provinciale datato 2 gennaio che “chiedeva quali fossero i provvedimenti conseguenziali adottati a seguito della verifica dell’inquinamento dell’acqua. Solo il 6 gennaio-denuciano i consiglieri- veniva diffuso un avviso alla popolazione mediante bandizzazione per evitare il consumo dell’acqua per uso potabile e comunque umano a seguito dell’ordinanza firmata il 5 gennaio e non pubblicata sul sito intenet istituzionale e sull’albo pretorio Per Ricupati. Speciale e Costanzo, è ipotizzabile il reato di “omissioni di atti d’ufficio” pertanto chiedono alla Polizia che venga avviata ogni opportuna indagine punendo i responsabili.
“I ritardi concui l’allerta sulla contaminazione delle acque è stata diffusa alla cittadinanza sono la conseguenza dell’assenza di sono un sindaco che non fa il Sindaco” dichiara Gianluca Ricupati. “Con la salute dei cittadini non si scherza. L’auspicio è che l’emergenza rientri ma purtroppo questa storia poteva finire male a causa della negligenza del primo cittadino, che da autorità a sanitaria e competente in materia di ordinanze, aveva il dovere di agire subito. Il nostro non è accanimento- aggiung – e ma solo preoccupazione per un un comportamento che non deve più ripetersi. Se lo Biundo avesse un minimo di dignità e senso del pudore-conclude Ricupati – dovrebbe chiedere scusa alla città e dimettersi immediatamente “