Il Pd sull’assoluzione di Tinervia: “restano 9 anni di mala amministrazione”

Il comune di Montelepre non è stato sciolto per le accuse di concussione o di concorso in estorsione contestate a Giacomo Tinervia, ma per la gestione politico amministrative dell’ex sindaco negli ultimi 9 anni. E’ questa in sintesi la posizione del locale circolo del Pd, a dieci giorni dall’assoluzione dell’ex primo cittadino. “E’ difficile anche solo immaginare cosa si possa provare quando si viene sottoposti a un procedimento penale di tale gravità e risalto mediatico” si legge nel comunicato stampa.

“Abbiamo preferito restare in silenzio per permettere a Giacomo Tinervia e ai suoi cari di godersi la notizia in serenità. Abbiamo sempre distinto la posizione politico-amministrativa del sindaco, da quella giudiziaria della persona Giacomo Tinervia, augurando a quest’ultimo di essere discolpato dalle accuse mosse. E oggi non possiamo che essere contenti, auspicando una conferma in appello, qualora il pm dovesse impugnare la sentenza. Ma ciò non cambia – sottolineano dal Pd – il nostro giudizio politico sulla gestione comunale da parte dell’ex sindaco che ha portato allo scioglimento per mafia e alla condizione di grave crisi finanziaria in cui ci troviamo.

Le accuse contestate a Tinervia hanno rappresentato soltanto l’input alle indagini. Il commissariamento del comune di Montelepre – affermano i democratici – è stato causato dall’accesso ispettivo che ha mostrato come i nove anni di amministrazione Tinervia siano stati connotati da una serie di irregolarita, condizioni queste idonee a veicolare l’infiltrazione malavitosa.
Citando quanto scritto nella relazione che ha portato allo scioglimento, il Pd ricorda che “si chiudeva un occhio sulla documentazione richiesta dai bandi di gara, si pilotavano le gare d’appalto, non si facevano pagare le tasse alle persone vicine al locale sodalizio mafioso e agli amministratori, invece che ai contribuenti indigenti e alcuni iter burocratici per la concessioni edilizie venivano agevolati.

Ebbene – dichiarano ancora dal Pd- l’assoluzione di Giacomo Tinervia non cambia quanto è stato rivelato dall’accesso agli atti, elementi ribatidi poi con carte alla mano, dalla Commissione straordinaria, che non ha mancato di precisare come Montelepre, se ben amministrato, avrebbe potuto essere un paese alla stregua dei comuni del nord. Non può, quindi, stupire – continuano dal Partito democratico – il commissariamento del Comune, non può stupire la conferma della incandidabilità di cinque ex amministratori, e non può stupire che nessuno della coalizione Tinervia abbia impugnato il decreto di scioglimento o abbia organizzato una sola iniziativa a difesa dell’intera amministrazione, pensando di contro solo alla propria posizione individuale.

Magari sorprende invece che Giacomo Tinervia stia ancora in piazza in mezzo a coloro che non hanno mai preso pubblicamente le sue difese, che non hanno mai ribattuto alle parole dei Commissari quando dichiaravano alla stampa che Montelepre “è stato penalizzato da un gruppo di fetenti”, che non hanno mai sollevato obiezioni quando il PD attribuiva ai nove anni di amministrazione Tinervia le responsabilità della grave crisi economico-finanziaria.
Forse – scrivono infine dal Pd – i sostenitori di Tinervia si sarebbero aspettati il nostro silenzio ma il Partito Democratico è abituato a esprimere le proprie opinioni senza condizionamenti e non intende stare zitto davanti alle problematiche del nostro paese.”

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