“Così ho conosciuto Nenè Geraci”, il racconto di Vito Roberto Palazzolo

Chi voleva incontrare Nenè Geraci, storico boss di Partinico, andava a torvarlo nella villetta della Ciammarita, località balneare del comune di Trappeto, da lì sarebbero passati esponenti di Cosa Nostra di tutta la Sicilia: cercavano Geraci, “a volte lui c’era, a volte non c’era”.

Il particolare viene rivelato da Vito Roberto Palazzolo, il terrasinese considerato il cassiere della mafia corleonese che da qulache mese parla con i magistrati palermitani.

Secondo quanto riporta livesicilia.it, Palazzolo depone davanti alla sezione misure di prevenzione del Tribunale, presieduta da Silvana Saguto, che si occupa del sequestro dei beni di Antonino Nania, fratello dell’ergastolano Filippo e cugino del patriarca di Partinico, Nenè Geraci, ormai deceduto. Palazzolo continua a negare di essere stato affiliato a Cosa Nostra- a differenza di quando stabilito da una sentenza definitiva di condanna -, ma ammette di avere fatto affari con i boss durante le sue permanenze in Svizzera, Germania e Sudafrica.

Ha avuto rapporti con Nenè Geraci, con Nino Rotolo storico boss del mandamento palermitano Pagliarelli, ha incontrato Totò Riina e i mafiosi coinvolti nell’inchiesta “Pizza Connection”.

A fine ottobre la Direzione investigativa antimafia ha sequestrato l’impero economico del costruttore monrealese Calcedonio Di Giovanni. Tra i beni, che valgono mezzo miliardo di euro, passati in amministrazione giudiziaria ci sono anche un centinaio di case nel villaggio vacanze Kartibubbo a Campobello di Mazara. Ed è proprio a Kartibubbo che, secondo l’accusa, sarebbe emerso “il collegamento di Di Giovanni con uno dei principali artefici del riciclaggio internazionale, ossia Vito Roberto Palazzolo. Il villaggio Kartibubbo viene rilevato dal Di Giovanni – si legge nel provvedimento del Tribunale misure di prevenzione di Trapani – da potere del Palazzolo, con un notevole investimento posto in essere in un momento in cui Di Giovanni era del tutto sfornito di redditi leciti”. Il villaggio, dunque, sarebbe stato costruito con i soldi della mafia riciclati dal finanziere.

Ora è lo stesso Palazzolo a raccontare un retroscena: “Io ho conosciuto Geraci –mette a verbale- a causa della mediazione che ha offerto quando ho ceduto il progetto Campobello Park Corporation, villaggio turistico che io volevo realizzare, assieme a dei finanziatori tedeschi, a Campobello di Mazara e dopo tutte le varie difficoltà burocratiche, a livello nazionale e a livello regionale, mi è stato consigliato di venderlo, e Antonino Geraci ha funzionato da mediatore e ha incassato anche la mediazione. Sempre e dopo avere raggiunto tutti i nulla osta, tutti… mi era stata bloccata la concessione della spiaggia, avevo chiesto la concessione della spiaggia, che è… a tratti… non è che è tutta chiusa… dove il sindaco si era opposto, e a seguito di questo mio nonno si era rivolto a questi vicini di Partinico per vedere se potevano mediare questa soluzione… Mio nonno conosceva qualche mafioso, però non si è rivolto a un mafioso, si è rivolto… al Geraci… al cugino del mafioso”.

E fu Geraci ad offrire a Palazzolo una villetta alla Ciammarita, dove trascorrere le vacanze e che poi lo stesso Palazzolo avrebbe comprato dal costruttore Nania ora sotto processo alle Misure di prevenzione.

Sulle dichiarazioni di Vito Roberto Palazzolo sono in corso le verifiche della Guardia di Finanza.

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