Fermato presunto boss: “possiede il tritolo per il pm Di Matteo”
Vincenzo Graziano, ritenuto il reggente del mandamento mafioso di Resuttana, e’ stato fermato nel corso di un’operazione della Guardia di Finanza e disposta dalla Dda nel quartiere palermitano. Graziano era stato arrestato lo scorso 23 giugno nell’operazione chiamata dagli investigatori “Apocalisse” e scarcerato il mese dopo.
Secondo l’accusa, ha preso il posto di Vincenzo Galatolo, che dopo l’arresto ha cominciato a collaborare con i magistrati.
Il blitz è scattato all’alba, gli investigatori cercano l’esplosivo che sarebbe servito per organizzare un attentato contro il pm Nino Di Matteo che indaga sulla trattativa Stato-mafia.
La segnalazione era precisa. A procurarlo, secondo il racconto di Galatolo, che sta riempiendo verbali e verbali in queste ultime settimane, sarebbe stato proprio Vincenzo Graziano, arrestato stamattina. Secondo Galatolo sarebbe stato lui a procurare l’esplosivo in Calabria: 100 chili di tritolo per organizzare quell’attentato che ha fatto scattare un altissimo sistema di protezione per il magistrato del pool antimafia Nino Di Matteo. Galatolo ha rivelato ai magistrati che il tritolo è ancora a in città. “L’ho visto personalmente – racconta – era conservato in dei locali all’Arenella nella disponibilità di Vincenzo Graziano ed era contenuto in un fusto di lamiera e in un grande contenitore di plastica dura.” Il rischio attentato, secondo il neo dichiarante, sarebbe ancora attuale: l’intento di organizzare l’attentato non è mai stato messo da parte. una volta ne parlai con Graziano all’interno del Tribunale ed avevamo pensato di posizionare un furgone nei pressi del Palazzo di Giustizia ma non ritenemmo di procedere perché ci sarebbero state molte vittime. Pensammo anche, di valutare se procedere in località Santa Flavia, luogo dove spesso il dottore Di Matteo trascorre le vacanze estive… la presenza di tritolo sul territorio palermitano rende ancora attuale, a mio avviso, il pericolo dell’attentato nei confronti del dottore Di Matteo”. Ecco perché al pubblico ministero di Palermo è stata rafforzata la scorta fino ad un livello mai visto prima.